Ciao belle tettine
Data: 07/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Capezzolone, Fonte: Annunci69
... letto, ma non dormo. Quando chiudo gli occhi continuo a vedere corpi di ragazzi nudi, i loro toraci, i loro capezzoli e i loro piselli di fuori che si accalcano gli uni contro gli altri, si accalcano attorno a me. Anch’io sono uno di loro. Sono nudo come loro. E loro mi guardano il petto nudo. Uno di loro mi afferra le tette, le stringe, mi strizza un capezzolo e io sento un desiderio rovente invadere i miei lombi. Apro gli occhi turbato. Ormai so da un pezzo cos’è il sesso. Ma non avevo mai avuto una consapevolezza così chiara che a stimolarmi fossero oggetti tanto simili e al tempo stesso tanto diversi da quelli che accendono i miei coetanei. Ma è un pensiero che dura poco. Il letto di mio fratello, accanto al mio, è vuoto. C’è silenzio. Chiamo e capisco che sono usciti tutti. Sono solo. E ho una gran voglia. Mi tolgo la maglietta e inizio a stringermi le tette e strizzarmi i capezzoli come facevano quei ragazzoni nel mio sogno. Sì, tutti nudi in uno spogliatoio. Sono abbracciato a Piero, il mio compagno di classe, come nel vecchio sogno. O forse è il ragazzo grosso e con le sise pelose che giocava a calcio in strada quella mattina? O forse sono tutti e due. Uno mi strizza le tette sollevandomele da dietro, l’altro ci avvicina la testa da davanti, si attacca a una sisa e inizia a succhiare. Io me lo stringo al petto. Lo avevo visto fare sul giornaletto porno che i compagni di classe sfogliavano in gita. Un omone impalava una maggiorata mentre le assaporava le zinne ...
... slinguandone i capezzoloni giganti e lei si abbandonava a espressioni di goduria. Rivedo quelle immagini vivide e all’improvviso sono loro che stanno facendo tutte quelle cose a me. Una mano è scesa nelle mutande e stantuffa energicamente il cazzo mentre l’altra stuzzica i capezzoli, ora strizza uno, ora solletica l’altro, ora uno con il pollice, l’altro col medio. Mi alzo e vado in bagno, mi denudo, apro la doccia. Loro sono lì con me sotto quella doccia fredda. Mi stringo i capezzoli uno con ciascuna mano, immaginando che siano le mani di qualcun'altro e intanto mi schiaccio il pisello contro la parete della doccia e inizio a strofinarlo con energia a colpi di bacino.
“Sì, sì, sbattimi al muro!” ansimo al mio ragazzone. Anch’io gli tocco il petto, ma non è il torace di un ragazzo, è il torace di un uomo, robusto, villoso e con due sise più piene e succulente delle mie. E all’improvviso l’intenso godimento dei miei capezzoli diviene tutt’uno con quello del mio membro e inondo la parete con decisi colpi di reni. Quando mi riprendo dall’onda di sangue rosso che mi è affluita al cervello, apro la doccia per lavarmi e lavare la parete.
Sento un fischiettio da fuori. Mi volto. La finestra è semiaperta. E il signor Gino è di nuovo là, a torso nudo, a tinteggiare lo steccato. Cazzo! Non ho tirato neppure la tenda della doccia. Ma lui guarda altrove e sorride, perso nei suoi pensieri. Chiudo le imposte, sperando solo che non mi abbia visto. Poi mi sporgo a spiare appena un attimo tra ...