1. Ciao belle tettine


    Data: 07/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone, Fonte: Annunci69

    ... solito sorriso cordiale. Mi sforzo di guardarlo in faccia distogliendo gli occhi dalle sue poppe al vento che fanno su e giù, sembrano sode ma gonfie e sporgenti con due capezzoloni rossi e pizzuti che fissano l’orizzonte. Lui non sembra far caso al mio sguardo: per lui deve essere normale girare così. Non l’ho ancora mai visto – e dico mai- con una maglia o una camicia indosso.
    
    “Che ci fai qua?”
    
    “Una camminata.”
    
    “Da solo?”
    
    Annuisco.
    
    “È tardi, dovresti rientrare.”
    
    “Ora mi riavvio”
    
    “Sei arrivato parecchio lontano. Salta su, ti riporto io”
    
    C’è un tono diverso, una grande forza nella sua voce. Dietro quel sorriso bonario colgo decisione e un’autorità quasi bruta. Sembra il re di una favola di cavalieri medievali.
    
    “Ma non so, magari la disturbo…”
    
    “Sali.”
    
    Ubbidisco. Monto la bici dietro di lui, faccio per reggermi ai tubi sotto di me.
    
    “Tieniti a me” fa lui ridacchiando “Lo so che sono tutto sudato, ma se no cadi”
    
    Gli appoggio le mani sulle spalle. Lui si avvia. Il vento ci vola in faccia, il sole rosso si immerge dietro gli alberi. La sua schiena è robusta e cotta dal sole, glabra a differenza del petto. È veramente sudato. Il suo afrore mi irrita un po’ le narici ma, appena me ne allontano, qualcosa mi spinge a riavvicinarmi come per verificare se l’ho sentito bene. Ricorda solo lontanamente il tanfo indistinto degli spogliatoi di scuola, ma ha qualcosa di diverso, di uomo. Allora mi sembrava già un vecchio, con la sua barba brizzolata, ...
    ... ed era sorprendente sentire un vecchio con quel fisico, quelle spalle forti e abbronzate. Accanto a lui la paura di prima se ne era andata. Eppure non ero tranquillo. Percepivo la presenza del suo petto villoso a poca distanza dalle mie mani. All’improvviso avevo voglia di passargli le braccia attorno al torace e stringere, ma non potevo. E all’improvviso sentii qualcosa smuoversi nei miei pantaloncini, cercai di ritrarmi staccandomi dalla sua schiena quanto più potevo. Ma lui non sembrava accorgersi di nulla. Se ne stava intento a pedalare, in silenzio. Non ricordo se scambiammo qualche parola durante il tragitto fino a casa. Mi depose fuori dal cancello.
    
    “Grazie”
    
    “Di niente, bello. Buona cena”.
    
    Me ne andai con lo stomaco in subbuglio.
    
    Qualche giorno dopo sono seduto a leggere davanti casa, quando vedo il signor Gino e la signora Ada che escono e si avviano verso la strada. Hanno con loro diversi pacchi. Mi salutano sorridendo, io ricambio il saluto.
    
    “Torniamo in città per qualche giorno.” mi fa la signora “Ci puoi salutare i tuoi genitori?”
    
    “Certo” replico io.
    
    “Ah, quella bicicletta…” fa il signor Gino indicando verso la parete. Guardo in quella direzione e vedo la bici nera con cui mi aveva riaccompagnato qualche sera prima parcheggiata in un sottoscala.
    
    “Vedi” fa accostandosi dietro di me per indicarla. È a torso nudo, come sempre, e mi sembra di sentire le sue tette che si appoggiano appena sulla mia schiena. “Se vuoi puoi usarla mentre io non ci ...
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