1. Ciao belle tettine


    Data: 07/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone, Fonte: Annunci69

    ... sono. Ma attento a dove vai…” soggiunge con voce scherzosa. Non faccio in tempo a interpretare il tono di quell’affermazione che mi dà una pacca sulla spalla e si allontana. Entra in macchina così come è, con solo i calzoncini indosso.
    
    Si rimetterà la maglia almeno in città? Mi viene da chiedermi. Mette in moto. Per un attimo non posso fare a meno di abbassare lo sguardo sul suo petto, la cintura di sicurezza gli si infila nell’incavo tra le sise, sollevando la tetta destra e facendogliele ballare entrambe. Alzo subito gli occhi, lui mi sorride e ho come la sensazione che abbassi lo sguardo sulle proprie tette per poi risollevarlo verso di me. Sento un fremito nello stomaco. Ma è solo una vaga impressione. La signora Ada mi sorride e fa un cenno di saluto dal finestrino mentre si allontanano di gran carriera, lasciandomi solo con la bici nera nella penombra del vialetto.
    
    Nei giorni successivi decido di prendere la bici. Mi annoio e almeno potrò fare qualcosa di diverso. Era da quando ero bambino che non la prendevo, ma è vero che una volta imparato non si scorda più. Mi faccio un po’ di giri nei vialetti, sentendo il vento su di me. Butto un po’ l’occhio qua e là all’umanità locale. Soprattutto a quella maschile. Anche se sudo e ho la maglietta appiccicata addosso, non ho il coraggio di togliermela.
    
    Una mattina vedo il calciatore moro in spiaggia con uno dei suoi amici, un fustacchione riccio con spalle larghe e anche lui un bel fisicaccio. Sono in acqua e giocano a ...
    ... passarsi la palla. Mi chiedo dove sia l’amico tettone. Sono lontani e non mi hanno visto. Escono dall’acqua, stendono i loro bei corpi ad asciugarsi al sole. A una certa ora poi si alzano e si allontanano. Con una scusa dico a mamma che torno a casa anche io. Invece li seguo, a debita distanza. Li vedo arrivare a una villetta, lungo un viale alberato e sostare assieme accanto al cancello. Non riesco a sentire cosa si dicono. Mi avvicino e mi apposto dietro un angolo.
    
    “Ok, allora oggi state tutti da me” sento dire il moretto.
    
    “Ok, grande! Ciao, Robè”
    
    “Bella zi’!”
    
    Il fustacchione si allontana. Dopo un po’ esco dal mio angolo e fingo di passare da lì con non-chalance. Casualmente mi giro verso quella villetta. E dietro il cancello, vicino all’ingresso, vedo che il moretto, Roberto, è ancora lì, in piedi, che si passa il pallone da un piede all’altro. È ancora mezzo nudo, in costume da bagno. Il mio sguardo indugia ancora un attimo, solo un po’ più del dovuto. Il tempo che lui alzi il suo.
    
    “Ciao” mi fa di nuovo.
    
    Io stavolta mi sforzo di sorridere nel ricambiare il saluto.
    
    “Abiti qua vicino?” mi fa lui inaspettatamente.
    
    “Al comprensorio due strade sotto” faccio io.
    
    “Ah” fa lui “E che fai qua?”
    
    Giustamente, sono del tutto fuori strada per tornare dal mare.
    
    “...passeggio” replico confuso.
    
    Mentre parlo, lui si schiaccia distrattamente un capezzolo. Non credo lo faccia apposta ma la cosa mi manda in confusione.
    
    “Stai vicino al campetto” replica ...
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