Ciao belle tettine
Data: 07/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Capezzolone, Fonte: Annunci69
... effetti è una lunga storia ed è anche passato un po’ di tempo, ma ricordo ogni singolo istante come fosse ieri.
Tutti i ragazzini scoprono fin da piccoli che toccarsi il pisellino dà loro sensazioni piacevoli. E io ero molto giovane quando mi accorsi che anche i miei capezzoli sapevano stuzzicare emozioni intense. Passò un po’ però prima che capissi che non è una forma di trastullo amata da tutti i maschi. Almeno credo che molti non siano consapevoli della gioia che potrebbero regalare loro quei piccoli bottoncini rosa.
Tu hai mai provato?
Già da bambino al mare avevo cominciato a chiedermi perché le tettine delle ragazzine devono essere coperte –allora, almeno nelle spiagge dove mi portavano i miei timorati genitori, il topless non si usava-, mentre i maschietti possono, anzi devono, starsene con le sise al vento.
Fatto sta che, guarda il caso, quando diventai adolescente, pur non essendo grasso, ma solo un po’ robusto e goffo, mi spuntarono le tettine. Abbastanza graziose, direi oggi guardandomele. Ma allora mi creavano un profondo imbarazzo, non saprei dire se perché le ritenevo antiestetiche o perché le vedevo come un oggetto di piacere intimo che avrei preferito tenere solo per me. Così evitavo rigorosamente di togliermi la maglia in pubblico. Quando vedevo mio padre o altri uomini a torso nudo restavo stupito della non chalance con cui ostentavano il petto come se niente fosse. Io evitavo di spogliarmi anche quando ero insieme ad altri maschi, tra coetanei. ...
... Non che avessi molti amici all’epoca, ero un tipo piuttosto schivo.
A volte uscivo da solo, camminavo nel parco, fantasticando per conto mio. A volte vedevo altri ragazzi, più grandi, che giocavano a pallone. Si divertivano tutti assieme, correvano, si smarcavano, si infervoravano, si azzuffavano sotto il sole a picco. D’estate, quando iniziava a fare caldo, alcuni giocavano a torso nudo. Si godevano la libertà nella natura ostentando orgogliosamente i propri fisici. Io li guardavo di sottecchi e tiravo dritto, invidiando la loro spavalderia, pensando a quanto mi sarei vergognato io al loro posto.
Al liceo il prof. di ginnastica ci costringeva a praticare vari sport, in nessuno dei quali io eccellevo. Negli spogliatoi i miei compagni restavano in mutande o anche tutti nudi senza pudore, scherzando sui rispettivi fisici o... su altro. Io evitavo di spogliarmi. I giorni in cui avevamo lezione di educazione fisica venivo già in tuta da casa o, se non potevo, svicolavo a cambiarmi in bagno. Spesso giocavamo a basket, i più bravi partecipavamo anche a mini-tornei tra le varie classi. Ma il più delle volte ci allenavamo tra di noi. Un giorno aveva iniziato a fare caldo, dovevamo allenarci dividendoci in due squadre ma non avevamo divise per distinguerci:
«Oggi giochiamo all’americana» sentenziò il prof., un quarantenne brizzolato ma dal fare ancora giovanile, tutto muscoli e mollicone con le ragazze «Shirts e skins. Magliette contro torsi nudi».
Sprofondai nel vuoto. E ...