1. Il numero dodici


    Data: 03/02/2019, Categorie: Etero Autore: brendon_7

    Che sito inutile.
    
    Una chat per soli adulti che ha disatteso le promesse della campagna elettorale fin da subito, peggio dei peggiori politici. Prometteva tante ragazze e tante scopate da rischiare di stufarsi, e invece mi offre solo la noia di una lista infinita di uomini collegati, con la rara eccezione di qualche macchiolina rosa qua e là, distante come minimo cinque seicento chilometri.
    
    Eppure ogni tanto ci torno. Due anni così eppure ancora ci torno. Se va bene per qualche chiacchiera distante anni luce, senza la minima possibilità di un incontro. Mi sa che ho qualche problema, lo devo ammettere, me lo devo dire. Non è meglio uscire? Ovvio che sì.
    
    Come oggi. Ho già buttato il telo-mare nello zaino, ma per dopo. Ora fa veramente troppo caldo, farò prima un pasto leggero e attenderò un’oretta. Accendo anche il pc, ed è uno dei giorni in cui faccio la capatina in quella chat “per vedere chi c’è…”.
    
    Chi c’è? I soliti innumerevoli maschi, le solite macchioline rosa sparse. Forse non son nemmeno donne. Chissà. Lascio aperta la finestra e guardo altro.
    
    Quando torno nella finestra della chat ho la sorpresa che non mi aspetto: una donna collegata! Ma non una qualunque: una vicina! Trieste c’è scritto! E giovane! Evento accolto con entusiasmo dopo i primi secondi di incredulità. Lo ammetto: sì, qualche problema ce l’ho se gioisco per una donna in chat che nemmeno conosco.
    
    Mi gioco la mia fiches: le mando un saluto, non troppo banale, non troppo ricercato, non ...
    ... troppo lungo, non troppo porco, non troppo casto… ma tanto sarà già assalita da altri mille e forse nemmeno lo leggerà. La mia unica possibilità è che non ce ne siano troppi ragazzi in zona e che mi dia precedenza.
    
    “Ciao…”. Miracolo. Ha risposto. “Come va?”. Lei può permettersi di essere banale e sintetica.
    
    Bene dai, prima della spiaggia vediamo in quanto tempo si esaurisce questa conversazione.
    
    Silvia. Dice di chiamarsi Silvia. E continuiamo a parlare, ma la conversazione non decolla.
    
    “Hai messenger?” è lei a chiedermelo. “Qui mi stanno bombardando di messaggi e non riesco a seguirti”. Una svolta imprevista. Forse per questo la conversazione era fiacca? Bene, cambiamo piattaforma e saremo più tranquilli.
    
    In messenger conferma il nome, è anche scritto. C’è anche una foto, presa un po’ da lontano, un po’ camuffata, volutamente sfocata per non essere troppo riconoscibile. Non si capisce molto.
    
    Ora si parla meglio, si riesce a dialogare, a fare scambi serrati di battute o ad approfondire un discorso. È simpatica e continuo volentieri.
    
    Comincia a passare il tempo, le chiedo uno scambio di foto… se accetta bene, se rifiuta e mi scarica vado al mare senza perdere tutto il pomeriggio.
    
    Accetta.
    
    La foto che mi manda è diversa da quella dell’icona , ma si capisce che è la stessa ragazza. È una foto del volto. Carina. Anzi, bella. Occhi castani, una montagna di capelli scuri e ricci , nasino piccolo e belle labbra. Sì, una bella ragazza. Se davvero è lei. Il dubbio ...
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