1. Il numero dodici


    Data: 03/02/2019, Categorie: Etero Autore: brendon_7

    ... nottata estiva in altopiano entra abbondante e ci investe il viso, piacevolmente. Entra anche il frinire dei grilli, più forte del rumore del motore a bassi giri, e un buon profumo di vegetazione che spesso cambia adeguandosi alla macchia di piante dominante in quella zona, e intensificato dal caldo umido della terra dopo l’acquazzone. A qualche curva si affaccia anche la città, bellissima dall’alto, illuminata e addormentata nella notte, col mare che la lambisce.
    
    In questo clima rilassato guido tenendo il volante con due dita, il gomito sinistro posato sulla portiera e la testa reclinata sorretta dalla mano. Tutto un altro andare rispetto alla fretta di arrivare dell’andata. Ci lanciamo qualche occhiata, dei sorrisi, ci scambiamo qualche frase a voce bassa. Ci parliamo di più con gli occhi e i silenzi.
    
    È lei a rompere uno di questi silenzi, sempre a voce bassa, mentre guardo la strada e la testa è vuota ma piena di benessere.
    
    “…sei il numero dodici…”
    
    “Eh?”
    
    “Sei il numero dodici”, ripete.
    
    Subito puntualizza: “Sei il dodicesimo ragazzo con cui ho fatto sesso”. E sorride.
    
    Non me l’aspettavo questa uscita.
    
    In questo contesto ritengo che i titoli numerici che possono avere un senso e magari meritare di essere citati e comunicati solennemente siano due: uno ben definito, quando ti vien detto che “sei il primo…”; l’altro una ...
    ... numerazione indefinita, da usare con cautela e a mio avviso da dirsi solo se sinceri con sé stessi almeno nel momento in cui si dice, anche se le vicissitudini della vita dovessero poi dimostrare che si era in torto, e che si può sintetizzare nella certezza o promessa che si sarà l’ultimo, che non c’è né motivo né volontà di cercare altri uomini e che non ce ne saranno altri.
    
    Gli altri numeri, tutto sommato, si somigliano tutti, son tutti uguali.
    
    Comunque la prima cosa che penso è una sciocchezza : “Il numero dodici… quello del portiere di riserva…”. Il pensiero supera le barriere del mio cervello, muove le labbra e si pronuncia… e lei scoppia in una gran risata.
    
    Refuso di un passato da tifoso di calcio, dei tempi in cui l’utilità del portiere di riserva era quella di consentire le partitelle negli allenamenti e tenere calda la panchina durante tutto il campionato: zero gioco, zero divertimento, zero gloria. Per mia fortuna invece ero un dodici atipico…avevo giocato, e avrei giocato ancora…mi ero divertito, e mi sarei divertito ancora…avevo avuto Gloria, lei aveva avuto me, e ci saremmo avuti reciprocamente ancora… Nonostante il tredici, il quattordici, il quindici…
    
    Rido anch’io, che gran sciocchezza ho detto! E proseguiamo la nostra andatura lenta, con lei che mi indirizza verso casa sua e il coprifuoco della madre abbondantemente disatteso.
    
    . 
«12...4567»