1. Villaggio di houer capitolo 14


    Data: 04/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... volume delle voci esagerato.
    
    “Qualcuno doveva pur lavorare per campare e poi tu…” rovesciò dalla sua bocca.
    
    “Di notte lavori mentre io dormo e di giorno tu dormi mentre io lavoro – ribattei - Negli ultimi mesi mi hai scopato senza amarmi, come se fosse un bisognino a cui dare soddisfazione.”
    
    “Non è vero, io ti amo.”
    
    “E lo chiami amare questo?”
    
    “Si.” Rispose urlando a squarciagola.
    
    “Io ti ho aspettato due anni - gli ricordai piangendo – Ogni giorno ti ho amato e ti amo ancora, ma…” dissi interrompendomi.
    
    “Ma?”
    
    Lo guardai negli occhi, ma non ridevano come avevo visto nei giorni belli. Erano furiosi di gelosia e rabbiosi come quelli di un leone ferito.
    
    “Lo so, tu sei forte – gli dissi abbassando il volume della voce, cercando la sua attenzione - Io no. Ancora no, ma tu aiutami Josh. Ho bisogno di te, come amante, ma anche come un padre rigoroso in grado di darmi sicurezza, una madre che mi dia protezione e affetto. Sii per me tutto quello che il signor padre e la signora madre non sono mai stati. Mi devi stare vicino, da solo sono un disastro, farò ancora più danni. Abbi cura di me, salvami, ti prego. Salvami e perdonami”
    
    Josh mi guardò imbarazzato mentre io abbassai gli occhi. Gli vidi contrarsi il viso e stringere i denti, più che con rabbia, in un tentativo di cercare di calmarsi, di disperdere i cattivi sentimenti che lo aggredivano dall’interno.
    
    “Ti ammazzerei di botte! – mi disse balbettando – Non me lo sarei mai aspettato che tu mi ...
    ... tradissi. Mi fa schifo sapere che sei stato toccato da altri.”
    
    “Fallo, ammazzami di botte…”
    
    “Cazzo, odio quelle cose, ti amo troppo per picchiarti.”
    
    “Josh, ritorniamo ad amarci come all’inizio, ritorniamo ad Houer.”
    
    “Mai, Mark, neanche morto, preferirei lasciarti al tuo destino.”
    
    “Berlino mi ha rovinato, troppo sesso, troppa superficialità, nessuna morale.”
    
    “Berlino mi ha fatto rinascere…”
    
    “Allora io ritornerò al villaggio da solo.”
    
    “Pazzo!”
    
    “Non sono fatto per la città, sono troppo debole per resistere alle tentazioni.”
    
    “Andremo in America, con Arthur…” mi rivelò all’improvviso.
    
    “Quando?”
    
    “Tra un mese, ho già comprato i biglietti.”
    
    “E tu saresti partito senza di me?”
    
    “Mai, ho comprato il biglietto anche per te.”
    
    “Ma… Io non so se voglio partire. In America?”
    
    “”Si Mark, in America. Qui in Europa le cose si stanno mettendo male. La guerra ha lasciato troppe insoddisfazioni, rancori, rabbia, umiliazioni, c’è troppa aria di sangue e di morte. Gente come quel pazzo di Adolf Hitler cavalca lo scontento. Puoi star certo che se la prenderanno con gli ebrei e con gli omosessuali.”
    
    “Hitler? Mai sentito.”
    
    “Oh, Mark, sei incantevole, sembri vivere tra le nuvole. Non leggi i giornali?”
    
    “Si, lo so, vivo in un mondo tutto mio, per questo ho bisogno di una guida, di te.”
    
    “Io ho bisogno di un amante, non di un figlio, Mark.”
    
    “Josh, abbi pazienza, dammi tempo.”
    
    Josh mi guardò severo, ma più rilassato. Annuì diverse volte e poi mi ...
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