1. Il collega albanese 2 - la vendetta di adan


    Data: 05/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: 85bisexcouple

    ... incrementerà il suo margine di profitto sulla produzione dei lotti futuri.
    
    Arrivo in ufficio, accendo il pc e leggo le mail della posta interna. Ogni giorno sono almeno un centinaio, ma quelle che per me hanno qualche interesse non sono mai più di una ventina. Rispondo, a chi merita risposta. Poi mi infilo il camice e vado in laboratorio. Quando sono sul lavoro in poco tempo mi concentro solo su quello. Totalmente. Lavoro maneggiando sostanze classificate come tossiche, nocive, pericolose per l'ambiente, cancerogene, reprotossiche... Liquidi, polveri, olii... Le conosco bene e so come maneggiarle. Ma certi processi non permettono distrazioni.
    
    Intorno alle nove e trenta suona il telefono sulla mia scrivania. Risponde una collega, mi bussa dalla vetrata che divide l'ufficio con le otto scrivanie dal laboratorio e mi fa il gesto della cornetta. Le faccio un gesto per chiedere chi è, ma lei fa spallucce facendomi capire che non lo sa. Mi tolgo i guanti in nitrile e li faccio volare nel contenitore dei rifiuti pericolosi. Entro in ufficio e rispondo, come di consueto, pronunciando il mio cognome.
    
    «Hey ciao! Come va?» è Adan. Anche lui lavora in questo turno. È una tuta blu, lavora in produzione in uno degli otto grandi reparti produttivi. Il suo reparto si trova di fronte allo stabile dove lavoro io, al di lá del grosso piazzale dove transitano i tir diretti in un'altra area del sito dove sono stoccati i prodotti finiti e dove si trovano le baie di carico. Di quando ...
    ... in quando lo incontro in una delle aree relax sparse per il sito, quella più vicina al posto di lavoro di entrambi, dove ci sono distributori di bibite e snack e dove, in piccoli locali appositamente aspirati, è possibile fumare. Lo incontro anche a fine turno: utilizziamo lo stesso spogliatoio. Ce ne sono quattro in tutto lo stabilimento. Uno dedicato alle donne, gli altri tre ai ragazzi. Adan e io ci cambiamo a pochi armadietti di distanza. È lì che Adan si è accorto di come lo guardavo quando, finita la doccia e tornato agli armadietti, si toglieva l'accappatoio e rimaneva completamente nudo...
    
    «Hey! Ci sei?» Adan mi ridesta dai miei pensieri.
    
    «Si si, scusa... Ciao! Stavo guardando un appunto vicino al telefono...» dico mentendo.
    
    «Ti va un caffé?» il tono di Adan è allegro e cortese. Quasi affettuoso. Contrasta con quello sfacciato che ieri mi stava ricattando.
    
    «Ok... Fra cinque minuti?» replico.
    
    «Ok! A tra poco»
    
    «Ciao!»
    
    «Ciao!»
    
    - clik -
    
    Cinque minuti dopo entro nell'area relax. È abbastanza piena di colleghi. C'è anche Adan, che mi sorride e mi saluta, dandomi una pacca sulla spalla. Inserisce la sua chiavetta nel distributore e mi invita a prendere il caffé. Seleziono la bevanda e aspetto che la macchinetta faccia il suo lavoro. Anche Adan lo prende, poi mi fa cenno di spostarmi in un angolo meno affollato.
    
    «Ho bisogno un favore...» mi dice. E continua:
    
    «Hai di quei guanti che usate voi in laboratorio?»
    
    «Quelli usa e getta o quelli ...
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