Violentata in caserma - Racconti Erotici

Violentata in caserma

... ripulire il suo cazzo dallo sperma.

Quindi, ancora inginocchiata ai suoi piedi tirai su la testa e lo guardai negli occhi. Stavo per parlare quando lui sollevò minacciosamente una mano e mi disse: “Zitta!”

Lasciai passare un secondo, poi, guardandolo negli occhi, dissi “Grazie”.

La sua mano si abbatté violenta sul mio volto.

Io gli sorrisi per ringraziarlo anche della sberla,poi lui mi ordinò: “Apri”

Aprii la bocca e tirai fuori la lingua. Lui fece colare la sua saliva che io ricevetti grata.

Con i miei occhi grati e devoti, fissamente puntati nei suoi, mi lasciai guardare mentre deglutivo saporitamente la sua saliva. Quindi aprii la bocca e tirai di nuovo fuori la lingua, facendo uno sguardo implorante. Lui mi concesse altra saliva.

Deglutii e di nuovo feci il necessario per meritarmi un suo ceffone: “Grazie”

La sua sberla arrivò inesorabile.

“Adesso ti devi togliere dai coglioni. Ti ho dato abbastanza cazzo stasera, puttana.”

Mi slacciò il collare e lo ripose nel tascone dei suoi pantaloni.

Mi ricomposi e sculettai dietro di lui verso l'uscita dell'edificio.

La notte era inoltrata: si erano fatte le tre e Mario doveva riprendere il turno di sorveglianza ad una caserma vuota.

Soltanto quella sera era stata riempita da una puttana che aveva ricevuto la lezione che si meritava.

Adesso quella puttana stava andando via, ma il mio pensiero era quello di ritornarci presto... in fondo non avevo ancora visitato molti ambienti. Ero curiosa di vedere le latrine... e le celle di punizione.

Ci salutammo, lui rientrò nel gabbiotto, io nell'auto. Il cancello purtroppo si riaprì ed io fui tristemente libera di abbandonare quel paese dei balocchi.

Ogni tanto ripenso a quella sera.

Qualche giorno fa ho mandato un messaggio a Mario, chiedendogli se potevo costituirmi.

Mi ha risposto “anche stasera”.