Ana e le sue amiche - cap.3
Data: 28/02/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FrancoT
Nel suo luogo di lavoro, all’ospedale di Barcelona, Ana non aveva mai nascosto la sua omosessualità. Non che la sbandierasse ad oltranza, ma qualora fosse uscita la discussione, non si sarebbe mai rinnegata. Molti lo sapevano, altri no. In ogni caso non si era mai presentata ad un incontro ufficiale o ad una cena con una donna e, prima di Sandra, mai si era accoppiata con un’altra dipendente del nosocomio catalano. Le sue storie le aveva tenute fuori e soprattutto lontane dal lavoro. Con alcune colleghe aveva scherzato e con qualcun’altro aveva riso della propria omosessualità. Con nessuno aveva oltrepassato la soglia dello scherzo, ma con Raoul non era riuscita a trattenersi e si era imbattuta in una avventura che aveva poi faticato a chiudere. A quel tempo era molto giovane ma non per questo spregiudicata. Raoul era un tecnico di laboratorio. Uno di quelli che fanno le radiografie e le ecografie. Alto, bello ed affascinante, decisamente troppo pieno di sé per i gusti di Ana riguardo alle persone. Eppure erano andati immediatamente d’accordo. Era un appassionato del fisico e della palestra, single, scapolo impenitente e attorno a lui fantasticavano molte infermiere, ma anche molte dottoresse dell’ospedale. E non era da escludere che con molte di esse fosse poi finito a letto. Quando venne assunto legò immediatamente con Ana e, se non fosse stato che tutti sapevano dei gusti di Ana, molte l’avrebbero odiata. Erano in sintonia su tutto, dai gusti musicali a quelli culinari e ...
... da quei gusti a condividerne altri il passo fu breve. Raoul la scherzava spesso sostenendo che fosse troppo bella per essere sprecata nei rapporti tra donne ed Ana ne rideva anche se i complimenti la lusingavano. Nei giorni in cui lei era più elegante del solito, lui non si stancava di elogiarla e di dire che tutte le donne avrebbero dovuto prendere esempio da lei. Lo diceva spesso anche ad alta voce. Ana arrossiva e lo mandava a quel paese. Lui se ne andava e ridacchiava. Era una situazione frivola che non nuoceva a nessuno. Raoul era il classico maschio alpha: le donne prima di tutto e mai una relazione seria. Era di buona famiglia e quindi si poteva permettere una vita al di sopra di quello che gli avrebbe consentito la sua posizione lavorativa. Quando usciva con Ana voleva sempre essere lui a pagare e questo a lei non piaceva, ma glielo lasciava fare. "Se fossi la mia donna, ti soddisferei ogni giorno. Magari anche più volte al giorno"le diceva spesso. Ana rideva ma vedeva gli occhi con cui lui la guardava e sapeva che lui in qualche modo la desiderava. Non andava con un uomo da quando aveva perso la verginità all’età di diciassette anni. Era successo in campeggio e di lì a poco avrebbe compreso il perché non era mai riuscita ad avere un fidanzatino e si trovasse meglio con le donne, rispetto agli uomini. Una sera Raoul le aveva chiesto se fosse vergine. "Ovvio che no"gli aveva risposto lei. "Vuoi dire che qualcuno ha immerso il suo biscottino dentro di te". "È accaduto ...