La mia vita da Bull 9: Una madre severa
Data: 11/03/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Bull del nord
... mattinata sentii mia madre al telefono che diete la notizia che ogni ragazzo aspetta, situazione più mitologica che reale ma, vista l’intensa nevicata e il rischio di crollo del tetto della scuola, essa sarebbe stata chiusa per almeno 2 settimane. Non persi tempo, due teste dovevano ancora cadere per quello che era stato fatto a Linda, due teste di cui non sapevo nulla. Cercai nell’annuario. Sfogliai rapidamente le pagine e lo vidi. Giovanni. Questa volta il genere era decisamente diverso dal cornuto Luigi. Sembrava un secchione, camicia elegante, occhiali ovviamente Ray-Ban, capelli lisci, occhi chiari, sguardo intellettuale, non privo di fascino, non avessi impresso a fuoco i nomi dei bastardi nella mia mente direi che avevo sbagliato persona. Mia nonna aveva proprio ragione, l’abito non faceva il monaco. Il curriculum citava inoltre una frase scontatissima di Oscar Wilde e metteva tra le sue passioni l’arte classica. Ora la sfida era trovare dove colpirlo, poteva non avere una ragazza come il cornuto precedente, avevo bisogno di maggiori informazioni. Chiamai Linda, era abbastanza vigile ed era felice di sentirmi anche se le risposte erano tardive, come se fosse ubriaca. Dopo i convenevoli le chiesi di Giovanni, se aveva una ragazza o si vedeva con qualcuno. Linda non capiva la domanda, esitava, si ripeteva, quasi mi fece innervosire ma infine riuscii a capire che non aveva nessuno di fisso. Merda. Dopo un'altra conversazione sconclusionata appesi. Forse dopotutto si ...
... frequentava con qualcuno, non sarebbe stato umiliane come rubarli la ragazza ma fotterli quella che gli piaceva sarebbe già stato qualcosa. Sempre dall’annuario seppi che come lavoro para scolastico aiutava al museo cittadino. Secchioncello fino nel midollo quindi, sicuramente non lo faceva per soldi visto che la scuola che frequentava non dava esito a dubbi sul patrimonio della famiglia. A me i musei non dispiacevano, quindi decisi che, tempo permettendo, sarei andato a farmi un giro da quelle parti. Dopo un viaggio a dir poco surreale che sembrava il copione di un film post apocalittico arrivai infine al museo. Avevo bene in mente la sua faccia e mi misi a cercarlo nel museo. Mi sentivo come Terminator nel primo film, scannerizzavo ogni viso che incontravo ma ricevevo sempre esito negativo. Arrivai nella sezione sull’arte classica e senza troppa fatica lo trovai. Parlava con un collega di un capitello, il collega, un panzone coi baffi aveva lo sguardo annoiato e perso nel vuoto. Finsi di guardare un affresco, lo studiai. Lo tono della voce era sicuro, al limite dell’arroganza. Lo pedinai per un po’ cercando di non dare nell’occhio ma non ne cavavo molte informazioni quindi abbandonai il museo. Volevo scoprire dove andava dopo il lavoro. Mi appostai in un caffè di fronte al museo e aspettai, tanto mancava poco all’orario di chiusura. Mentre sorseggiavo un cappuccino tenevo d’occhio l’entrata, mi mancava il giornale coi buchi ed ero a posto. Vidi dopo mezz’ora l’ingresso ...