1. La mia vita da Bull 9: Una madre severa


    Data: 11/03/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Bull del nord

    ... principale venir chiuso e il personale lasciare l’edificio da una porta secondaria poco più in là e tra il gruppetto vidi lui. Indossava un elegante cappotto e si fermò poco più in là, in disparte. Aspettava qualcuno. Sentii una sensazione piacevole al petto, un’eccitazione. Così si doveva sentire il cane da caccia quando fiutava la preda. A circa 10 metri c’erano i parcheggi del museo che si stavano piano piano svuotando, quando notai un SUV nero entrare. Da esso uscì una signora, era troppo distante per descriverla, vestiva con una giacca invernale pesante e si muoveva con passo deciso sui marciapiedi ancora ingombri dalla neve che fitta continuava a cadere. Era lei che stava aspettando, chi era? Si vedeva che non era più una ragazza, probabilmente era la madre. La madre. Una scarica di adrenalina mi fece ergere i peli del braccio. Ne avevo già fatte di cose perverse, inculare una ragazza davanti al suo ragazzo, scoparmi una docente liceale, far urlare di piacere una sconosciuta a una festa ma… scoparmi una madre? L’idea di madre che avevo non era affatto nulla di sexy, ero giovane e le madri che conoscevo erano casalinghe over 50 troppo concentrate nella gestione delle famiglie per avere sensualità e femminilità, e anche se l’avessero avuta non l’avrebbero sicuramente mostrata con un 17enne insicuro. I due si incamminarono verso il bar. Quando la porta si aprii alle mie spalle mi irrigidii tutto. Sentivo che parlavano, lei aveva il tono duro, non capivo le singole parole ...
    ... ma si vedeva che non era una madre di quelle che viziano il proprio figlio, che lo portano su un piedistallo. Questo mi disse molto anche su Giovanni. Probabilmente era una di quelle persone cresciute in un ambiente competitivo, uno di quei figli per cui i genitori hanno previsto un futuro grandioso e lo mettono sotto pressione fin dalla più tenera età. I risultati sono due di solito, o il ragazzo finisce per drogarsi schiacciato dal peso genitoriale o emerge. Da come si comportava Giovanni era nella seconda categoria. Non l’avevo ancora vista in faccia. Avevo notato mentre camminava verso il bar che non era tanto alta, stimai 165cm. Mi alzai per andare alla toilette e nel ritorno restai in piedi, fingendo di cercare il portafoglio, mentre scattavo tante fotografie mentali alla donna. Era decisamente diversa da quella che consideravo una madre. I capelli erano neri, corvini, arrivavano fino alle spalle, gli occhi abbastanza grandi, di un colore castano chiaro, quasi verdi. Il volto era serio e severo, lo stava sgridando per qualcosa? No, il tono di voce era abbastanza piatto, quella era la sua espressione normale. Una cosa era certa, aveva fascino, molto fascino, certo non era la bellezza canonica ma aveva un che di magnetico. L’obiettivo della mai seconda vendetta venne deciso proprio lì, in quell’anonimo caffè durante un tardo pomeriggio innevato: mi sarei scopato la moretta che aveva figliato e messo al mondo quel bastardo di Giovanni. Ora che il “chi” era stato definito ...
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