1. ICVM |10| Il Respiro


    Data: 13/03/2019, Categorie: Etero Autore: Leliste

    ... presteresti un ombrello, per favore?” “Te lo vado a prendere.” Francis cercò in stanza. Lo trovò. Osservò il suo attaccapanni. Ci pensò un paio di secondi e dopodiché indossò un giubbotto e raggiunse la ragazza. “Che fai?” chiese Hilary. “Ti accompagno. Non vorrai mica affrontare la tempesta da sola?” “Ma non ce n'è bisogno...!” Disse Hilary, con malcelata gratitudine. “Non ti preoccupare, saranno pochi minuti di strada... e poi credo che i miei coinquilini siano usciti tutti. Non c'è nessuno in casa. Ne approfitto per dileguarmi anche io.” “Ok. Grazie.” Parlarono tranquillamente, al riparo dalla pioggia, sotto l'ombrello. -Via del Mirto, 64- Il professore era appena giunto davanti la porta. Pioveva a dirotto. La strada era deserta. Nessuno sembrava passare da quella strada residenziale di periferia. Anzi, a dire la verità nessuno sembrava proprio vivere in quella zona. Tutte le finestre erano chiuse. Nessuna luce proveniva dall'interno. Era sera inoltrata e fuori si stava svolgendo la tempesta. Quel silenzio parve strano persino a lui. Era arrivato da poco, evidentemente dopo una giornata di intenso lavoro all'università. Forse una cena fuori, da solo, in fretta e furia. Era pensieroso. Nel suo ruminare intellettivo, si dimenticò d'essere lì. Non poteva sapere della svolta imprevista che sarebbe arrivata di lì a poco. “Professore.” Egli si girò. Una lama di un coltello puntava al suo sterno, premendo sulla giacca di Tweed. Pietrificato, rivolse uno sguardo di terrore verso ...
    ... colei che puntava l'arma. “Chi sei...?” disse. “Non mi riconosce nemmeno? C'era da aspettarselo.” disse Gaia con gli occhi gonfi e le lacrime mascherate dalla fitta pioggia. “Metti via quel coltello, ti prego. Parliamone...Ti do tutto quello che vuoi!” disse lui, con le mani in alto e il volto distorto dalla paura. “Lei! Lei non riesce neanche a ricordare il mio nome! Lei è un farabutto, come tutti gli altri...!” Il coltello premeva, minaccioso. Egli era paralizzato. Non sapeva cosa dire. Non sapeva che mossa fare. Ogni movimento avrebbe potuto provocare una reazione imprevedibile. Era forse una sua studentessa? Che guaio aveva combinato per ridursi a ricevere tali minacce? “Io... sono dispiaciuto. Se potessi in qualche modo rimediare...” “Non puoi! Non puoi rimediare. Avevi ragione, forse. Io non sono umile. Io non sarò mai umile come la bella e intelligente Hilary! Vero?” disse Gaia, tremando e piangendo. Il professore rammentò. “Io mi ricordo di te.” La ragazza singhiozzò. Era colma di rabbia. “Perché? Perché mi ha ignorato in quel modo? Senza preavviso?” “Non so a chi ti riferisci. Io voglio aiutarti. Non farmi del male!” rispose il professore, mentre con una mano cercava di raggiungere l'interno della propria giacca. Gaia lo notò e con un guizzò del coltello tagliò la superficie della mano destra del professore, facendogli perdere l'equilibrio e cadere per terra. Gli Puntava il coltello alla gola. Lo guardava con ira e dolore. “Perché farmi tanto del male? Perché?” disse ...
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