ICVM |10| Il Respiro
Data: 13/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Leliste
... lei. “Io non ho fatto niente. Ti stai confondendo.” Gaia non riusciva a controllarsi. Era un raptus vero e proprio. “Ti odio. Ti odio da morire.” Disse Gaia mentre iniziava ad affondare la lama sulla pelle del professore, ormai arresosi all'ineluttabile. “Ferma tu!” Gridò Kate. John, Kate e Alex erano arrivati davanti il civico n. 64. Erano a malapena visibili, per via della intensa pioggia. Gaia non riuscì a vederli in volto. Si allontanò dal professore e puntò il coltello contro di loro. “Allontanatevi, voi...!” disse quasi impazzita. “Calma, non fare cazzate!” urlò John mentre cercava di tranquillizzarla. Il professore si allontanò dalla ragazza e fu sorretto da Alex. Gaia era nel panico. Cosa stava succedendo? Come era possibile perdere il controllo in quel modo? Puntò la lama al proprio petto. “No!” Gridarono in coro i ragazzi. “Andate via, o mi ammazzo.” urlò Gaia, ormai bagnata fradicia dalla pioggia. Francis e Hilary giunsero da dietro, nell'oscurità. “Oddio!” disse lei, coprendosi la bocca. Francis era immobile. Le strinse la mano e si parò davanti a lei con un istinto protettivo. Gaia si girò per guardarli nel volto. “Non muovetevi di un passo, voi...!” disse, mentre focalizzava il suo sguardo su Hilary. Si rese conto di avere la propria rivale di fronte a sé. “Tu...” aggiunse tremando, mentre lentamente si preparava a sferrare il colpo diretto verso il proprio addome. Il professore osservò la scena e capì di dover agire. “Fermati e respira profondamente, Gaia. Non ...
... lo fare, ti prego.” Disse il professore, mentre si premeva sulla mano sanguinante. Gaia gli rivolse uno sguardo. “Gaia. E' questo il tuo nome, vero? Io adesso ricordo. Sei la ragazza che si ferma sempre dopo la lezione a farmi tante domande. Io so chi sei. Non potrò più scordarlo.” “Sappi che non tutto è perduto. Non penso di sapere quale sbaglio abbia commesso nei tuoi confronti. In ogni caso, qualunque cosa io abbia fatto, mi dispiace. Mi dispiace per il dolore che ti ho causato. Io non sono il protagonista che cerchi.” disse il professore. “Ah davvero? Neanche tu sei protagonista? Sei arrivato a dirlo persino a te stesso oltre che ai tuoi studenti?” gridò Gaia, agitando il coltello in aria in modo quasi teatrale. “Nessuno è protagonista delle vite di altri. La nostra vita va vissuta da noi soltanto. Non possiamo rintanarci e nasconderci con il rimpianto delle vite che avremmo voluto avere.“ disse il professore. Gaia rimase in silenzio, ad ascoltare quelle parole. Le vite che avremmo voluto avere. Fece cadere il coltello. Era sconsolata, annientata. La pioggia cadeva a dirotto, bagnando ogni cosa. Erano tutti lì, immobili. Lo zampillare delle gocce scandiva il tempo. D'un tratto, Gaia li guardò negli occhi. Uno per uno. Si soffermò sul volto di Hilary, tesa per la rabbia e lo spavento. Voleva dirle qualcosa, forse. Non ci riuscì. Si limitò a guardarla con sincerità. Una sorta di confessione tacita. Scappò a gambe velate. Scomparve nel giro di pochi secondi, nascosta dalla ...