Il cugino di fabio
Data: 12/04/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: PattyeFranco
Questo in pratica è il seguito del racconto “Colpa di un Cinepanettone”.
Dopo la famosa serata del cinema, il mattino seguente ci ritrovammo a fare colazione e naturalmente c'era anche il cugino di Fabio. In un primo momento ci fu un attimo di imbarazzo, specialmente da parte mia, ma anche lui non fu da meno, non parlava e non diceva niente, guardava sempre Franco con timore, ma a tutti gli effetti ormai non c'erano problemi, non era tutta colpa sua, si era ritrovato involontariamente la scena e naturalmente non aveva potuto evitare di rimanere a guardare. Lentamente l'imbarazzo cominciò a svanire e la colazione continuò tranquillamente in vari discorsi, finché ci salutammo facendoci i consueti Auguri.
Passò qualche giorno e di conseguenza anche il Natale e S. Stefano. Il Martedì seguente, giorno di mercato, ci recammo a Sanremo, volevo comprarmi qualcosa, nelle strade e nei negozi era un brulicare di gente, una confusione pazzesca, Franco non aveva assolutamente voglia di girare per bancherelle e negozi, quindi chiamò Fabio per trovarsi al bar e bere qualcosa nel frattempo che aspettava me.
Io decisa mi infilai tra le bancarelle, diretta in quelle che più mi interessavano, scarpe, abiti, borse e tutto ciò che poteva piacermi.
Dopo un po' che giravo, ad un certo punto mi sentii chiamare, una voce maschile. Mi girai per vedere chi fosse, ma non vedevo nessuno in quel casino, poi chi mi compare di fronte? Giovanni il cugino di Fabio.
Mi si avvicina e ...
... discretamente mi saluta, poi mi dice: “Devo ancora scusarmi per quella sera, ma come potrai immaginare, no ho potuto evitarlo. Non sono cose che succedono spesso, ma quella scena mi ha tremendamente elettrizzato, ma vorrei parlarti di una cosa, hai tempo?”, lo osservai un po', poi gli risposi: “per quella sera ormai è tutto passato, ma cosa mi devi dire?”, lui con viso malinconico rispose: “ti devo parlare, è importante che ti parli”.
Questa sua decisione nel volermi parlare mi incuriosì molto, inoltre quel suo viso quasi da bambino triste mi convinse a sentire cosa aveva da dirmi. Certo non potevamo restare lì nel casino, quindi gli proposi di andare a berci una cioccolata in qualche bar tranquillo, cosi da poter parlare con calma, decise lui il bar.
Entrammo ed andammo a sederci ad un tavolo appartato e dopo aver ordinato gli dissi: “Ok! Ora parla pure, sentiamo cosa mi devi dire di così importante”, ero tremendamente curiosa, ma anche timorosa di cosa avesse da dirmi, pensai a molte cose, ma ero proprio impaziente di sentire.
Subito in lui subentrò una certa paura nel parlare, infatti non sapeva come iniziare, poi prese fiato e partì: “Patty, da quella sera non riesco più a dormire, continuo ad avere davanti agli occhi la scena di te con mio cugino e tuo marito, ma più di loro, continuo a vedere te. Vedo te, ma non con loro...”, qui si fermò un attimo e diventò addirittura rosso in viso, poi continuò: “... mi immagino te e me in svariate situazioni, ti immagino vestita, ...