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Marta a New York
Data: 16/10/2017, Categorie: Etero Autore: IlMonello, Fonte: EroticiRacconti
... della sborra che ci impiastriccia. Ancora una volta ci addormentiamo subito dopo aver fatto l’amore. Non passa molto che mi risveglio, incomincia a fare chiaro ma non è stato questo a svegliarmi: Marta mi sta baciando il cazzo e vi passa sopra la lingua. Non è difficile immaginare l’esito di questo trattamento… ora lo prende tutto in bocca e inizia ad andare su e giù… si accorge che la guardo “Scusa sai, ma mi sono svegliata sentendomi in colpa per non aver finito stanotte”. “Fai pure, non mi disturbi di certo!”. Mi succhia a lungo, a tratti con avidità a tratti con delicata maestria. Poi si interrompe, mi viene a baciare e si siede sopra di me infilandosi agevolmente il mio cazzo nella figa bagnatissima… fa tutto lei.. mi cavalca su e giù, poi avanti e indietro. La sensazione della mia cappella che tocca perfettamente il suo collo dell’utero è meravigliosa. “Vengo Marta” faccio per sollevarla ma lei mi scosta le mani e accelera ancora mentre sento il mio orgasmo e la sborra che schizza dentro di lei… rallenta il ritmo e si china su di me “Volevo che mi venissi dentro… ne avevo proprio bisogno….”. “Ma tesoro…” “Mi sta per venire il ciclo, non dovrebbe essere troppo pericoloso… ma è un rischio che avevo davvero bisogno di correre…” Ciò detto mi bacia appassionatamente… sono perplesso e spaventato ma anche eccitato… e come si fa a ribellarsi quando la sua lingua si contorce sulla tua? Si addormenta così, io ancora dentro di lei. La accarezzo dolcemente per un po’ poi mi ...
... addormento pure io. Il programma della giornata è presto fatto: lei visita guidata a New York coi colleghi, io giornata solitaria in giro per New York. Alla sera aereo per tutti e ritorno a casa. Mi sarebbe piaciuto andare in giro assieme. Quando la sua mano è ormai sulla maniglia della porta per tornare in camera a prepararsi glielo dico… in risposta mi dà un bacio ed esce. Venti minuti dopo un suo messaggio “Sai una cosa? Ho detto ai miei colleghi che non sto bene e non posso uscire con loro. Tocca a te portarmi in giro allora, ma vedi di farmi visitare la città come si deve!”. Sono contentissimo. Passiamo una bella giornata a spasso per la città che ormai conosco piuttosto bene. A Central Park schiviamo per un nonnulla il gruppo dei suoi colleghi, che rischio! Rientriamo in albergo presto: in ossequio al suo ruolo di malata lei deve farsi trovare in camera quando i suoi colleghi rientreranno. La accompagno fino alla sua camera ma poi la voglia ci assale di nuovo e riprendiamo a baciarci, in un attimo ci sbottoniamo i pantaloni, la sollevo di peso, la appoggio alla parete e mi infilo di nuovo dentro di lei. Non riusciamo davvero a staccarci ma dobbiamo farlo nel momento in cui sentiamo vociare alla porta… corro a nascondermi in bagno mentre Marta si infila sotto le lenzuola… La porta si apre ed entra Stefania alla testa di una delegazione di colleghe venute a vedere come sta la malata. Tutte si preoccupano di Marta e del suo essere così sudata, ignorandone la causa. Dopo aver ...