1. Il giorno in cui luca tornò


    Data: 15/05/2019, Categorie: Trans Autore: IoTuaAmante, Fonte: Annunci69

    ... consumata tra me e il ricordo del suo abbandono. Una vendetta che aveva come unica vittima chi la metteva in atto. Così era successo ogni volta che un uomo mi aveva fottuta dopo la mia Stella, che mi aveva maltrattata, che mi aveva usata indegnamente, che mi aveva considerata il suo buco, il suo sborratoio. Oppure tutte le volte che un uomo mi aveva afferrata per i capelli, tirandoli con violenza e facendomi male, e mi aveva piantato la sua asta in bocca svuotandomi la sborra in gola proprio nel momento in cui senti che i conati si fanno più insopportabili e quando ai colpi di tosse si uniscono le lacrime, il pianto dirotto e i singhiozzi di una bimba fragile e indifesa. La sua bimba di cristallo, la sua stellina sola in una galassia vuota in mezzo al vuoto tra la luna e il sole.
    
    Questa era la mia stupida e vigliacca vendetta: farmi scopare pensando di tradirlo di fargli del male di punirlo. E la mia vendetta all’ombra del Bo’ non fu da meno, anzi fu di più. Perché il suo amico, quello che ci cerco e da cui ci lasciammo guardare mentre tra gli scogli siciliani la mia Stella mi chiedeva di succhiarglielo con la stessa bramosia con cui lo facevo quando mi sentivo una zoccola, mi desiderava da quando ci presentarono ma tutto quello che gli fu concesso fu solo guardare da lontano, di immaginare di possedermi, di masturbarsi e di invidiare il suo amico che con il suo poderoso cazzo poteva possedermi e fecondare di sperma ogni poro della mia pelle.
    
    Se ne era andato 15 anni ...
    ... prima. Da allora vivevo come una vedova che si vede sottratto l’amore dagli dei malvagi di una tragedia greca. Non avevo pianto il mio lutto ma avevo coltivato la mia malinconia. Avevo lasciato che mi scavasse dentro a fondo come un tarlo e come un parassita si installò là in fondo e decise di restarci. Ci si trovava bene.
    
    Mi riscrisse mentre era a cena con i suoi amici e poi più tardi quando ero già a letto. Riuscì a scaldarmi il cuore ma non glielo dissi e poi la tenerezza mi investì quando mi mandò una sua foto scattata, probabilmente da sua moglie, mentre giocava a Beach volley. Bello, perfetto, curato, fisico da sportivo come lo è sempre stato, gli occhi bassi, umile. Era sempre lui il mio amore che se ne era andato 15 anni prima. Era come lo ricordavo con la sua pelle abbronzata i peli sul petto, pochi ma ben distribuiti, le gambe muscolosissime e il cazzo che cercavo di immaginare chiuso nei boxer blu da mare. Non ricordo di cosa parlammo in quei momenti. Ricordo piuttosto le sensazioni: la voglia di essere corteggiata, di risentirmi importante per qualcuno, il bisogno di esserlo per lui, esclusivamente ed eternamente. Accantonai le riserve e le emozioni che avevano ordinato la mia lunga vedovanza. Feci finta di non sapere che sarebbe stata solo un’illusione. Tornai a immaginare di stare vicini e di ridere a crepapelle, di guardarci e farci le smorfie, di pizzicarci e di correrci dietro, di saltarci addosso e di giocare a cavacecio galoppando per il salone come al ...
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