1. Il culo non va in vacanza - 2


    Data: 15/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo

    ... di spiaggette libere, che mentre ci allontanavamo dal residence diventavano deserte, in mezzo alle dune ed ai cespugli. Faceva caldo, ma il paesaggio era bellissimo ed una leggera brezza ci aiutava.
    
    Percorremmo quattro o cinque chilometri, ad un certo punto svoltammo decisamente verso il mare ed arrivammo in un punto tranquillo, fra gli arbusti ma a pochi metri da bagnasciuga, ben nascosto dagli sguardi, nel remoto caso che qualcuno passasse di lì.
    
    Dopo aver steso gli asciugamani, ci spogliammo completamente e ci fiondammo in mare per un bel bagno ristoratore.
    
    Giocammo un po’ fra noi, spruzzandoci e spingendoci. Facemmo una leggerissima lotta nell’acqua, giusto per strusciarci un po’.
    
    Dopo il bagno ci rimettemmo sugli asciugamani, il sole ci accarezzava la pelle, mi accorsi che R.
    
    ce l’aveva già balzotto ma non feci nulla.
    
    Sdraiato sulla pancia mi assopii, ma pochi minuti dopo avvertii la mano di R. che mi accarezzava la schiena per poi scendere lentamente, sulle chiappe e poi nel solco, con un dito che mi lisciava il buchetto, entrandoci appena appena.
    
    Cavolo, aveva sempre voglia!
    
    Sarà stato il piacevole il calore della sabbia sotto l’asciugamano, la mano di R., ma adesso mi ero eccitato. Mi girai, lui mi prese per i capelli e mi ficcò un metro di lingua in bocca.
    
    Scivolai giù, gli appoggiai la testa sul ventre, poi presi a baciare e leccare quel cazzo che mi piaceva tanto e tutto attorno, piano piano, con languore.
    
    Oltre all’asta vibrante mi ...
    ... dedicai alla pancia, alle palle, alle cosce, al buco del culo. La mia lingua andava dappertutto.
    
    Lui non doveva fare nulla, io era la sua schiavetta servizievole, la cagnetta che lappava il suo padrone.
    
    In quei momenti il mio cazzino non esisteva più, pendeva inerte, ma non perché non stessi godendo di quello che succedeva ma perché io ero femmina da usare, magari avrei sborrato lo stesso, ma per l’eccitazione e nel momento in cui me l’avrebbe infilato bel dentro al buchetto.
    
    R. sapeva benissimo cosa stavo provando, ci conoscevamo intimamente da molto tempo, era anche consapevole che avrebbe potuto farmi e farmi fare tutto quello che voleva.
    
    Adesso lo succhiavo con vigore, lo volevo bello duro.
    
    Il sole picchiava duro, “Spostiamoci da qui, o cuociamo”. R mi interruppe ed io, a malavoglia lo lasciai, ci infilammo sotto ai cespugli, all’ombra, effettivamente si stava meglio.
    
    Però in quel modo, la magia del momento si era interrotta, anche se non mi ci volle molto a riprendere il via.
    
    Glielo ripresi in bocca, infilai anche l’indice nel bel culetto rotondo, che anche lui aveva bello morbido e largo, gli massaggiai la ghiandolina, facendolo gemere di piacere.
    
    Ora voleva scopare, mi appoggiai sul fianco sinistro, piegato, R. era dietro, si accucciò a sputarmi nel buco, poi si incastrò in modo da penetrarmi profondamente con facilità e muoversi senza fatica.
    
    Mi abbracciò e mentre mi titillava i capezzoli mi parlava piano nelle orecchie: “Ti piace il mio cazzo ...
«1234...7»