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Confessioni di una mente perversa. -5a parte
Data: 22/05/2019, Categorie: Lesbo Autore: sexitraumer
... tardi.” “Sul loro letto?” “Sì.” “Non si arrabbierebbero se tornassero all’improvviso?” “E perché mai? Lo sanno che invito le mie amiche…di tanto in tanto…e sanno pure che mi piace la vulva…” “Che devo fare?” “Mettiti in posizione animalesca… e tieni le cosce larghe di poco…ho voglia di esplorarti! Poi quando arriva Donato ci penserà lui a menare le danze…dai, sali sul letto e fa conto di essere una gattina in calore…” “Vuoi che miagolo?” “Dì quello che vuoi…” Salii sul letto e mi misi nella posizione in cui mi voleva lei, che da brava cagnetta mi aveva già piazzato le labbra sopra l’ano…sentivo dei piccoli baci, molto presto accompagnati dai primi colpetti della sua lingua. Dei colpetti piuttosto esperti, dal terzo in poi non potevo trattenere il mio respiro… “Ahn ! Hummhhh…ahn ! Ohhhhh ! Ahn !...ohhhhh !” Sentivo anche l’alito della sua voce; lo capii solo in quel momento: mi ero innamorata della sua voce… “Non sei male, no. Direi proprio di no Adriana…pciù!” Mi diede un deciso bacio all’ano reattivo per via delle sue esperte intrusioni linguali, poi prese a leccarmi l’inguine come una forsennata aggiungendo dei tocchi di solletico alle natiche provocati con le dita. Carola era una maestra di sensi da…scoprire ed attivare. Ora la sua lingua stava lambendo la mia fica, e mentre mi stavo abituando ecco una nuova intrusione linguale nel mio ano. Le tette mi si stavano irrigidendo nonostante la posizione canina. Mi sentivo i ...
... capezzoli turgidi, ma non c’era nessuno che me li tirasse o succhiasse. Mentalmente pensavo che avrei riempito un autobotte se mi avessero voluto mungere durante quegli istanti di piacere lubrico e perverso tra liceali provenienti da famiglie diversissime come estrazione sociale e reddito. Carola mi stava ancora “verniciando” l’ano con la sua saliva, quando all’improvviso suonò il citofono di casa: era arrivato Donato…probabilmente. Carola staccò il suo volto dalle mie natiche ed io esausta mi lasciai cadere sulla pancia, sistemando un po’ delusa perché stavo godendo la testa di lato, contro uno dei cuscini. Carola era andata tutta nuda ad aprire al fratello e lo portò in camera da letto, dove io mi ero stesa ormai sul lettone. L’ometto entrò. Il suo viso e il suo corpo avevano sei anni in più rispetto alla polaroid che lo ritraeva nudo col cazzetto dritto; qualche ruga, certo, ma più di ogni altra cosa notai che era molto diverso…adesso. Cazzo ! Vedendolo così ci rimasi male: il suo volto fino al collo aveva una gigantesca vitiligine…poveretto. Così bello e con il volto rovinato così. Quando mi alzai a parole dissi: “Piacere, Donato. Sono Adriana, Adriana Cardosi e sono in classe con tua sorella Carola…” Ma l’espressione del mio volto e dei miei occhi, incrociati i suoi, dicevano ben altro. Ed infatti Donato disse: “Il piacere sarà mio spero! Dalla tua faccia desumo che Carola ti abbia fatto vedere la foto senza la vitiligine…sei anni fa ormai…” “Si vedeva che ero ...