Margherita dolcevita -4° parte-
Data: 23/05/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LoSguardoIndiscreto
... checcazzotipassaperlatesta? HAHAHAH vuoi scopare? Vatti a fare un giro”. Era convinto che il suo atteggiamento da padre- padrone avrebbe, come sempre, sopraffatto quella moglie remissiva e fedele, ma non aveva fatto i conti con la nuova Margherita: Margherita Dolcevita.
“Sì, hai proprio ragione” aveva risposto Margherita, “penso che andrò a fami un giro stasera. Sei proprio uno stronzo” aveva continuato, anche un po’ mentendo “Mi sono preparata per te, fatta bella per te, ho organizzato questa cena per te … e per fare, una volta tanto, la donna e non la serva, per essere tua come femmina e tu… mavaffanculo! Esco”. Aveva preso in fretta il cappotto colorato che indossava la mattina, quella stessa mattina in cui aveva incontrato Angelo … quando, sulle scale, aveva messo una mano in tasca, aveva sentito sotto le dita un foglietto di carta: il suo numero di telefono!
“Buonasera Margherita” aveva risposto lui dopo pochi squilli.
“Ciao Angelo” ma come fa a sapere che sono io? Aveva risposto Margherita, pensando che, forse … sì, si erano scambiati i numeri al bar, o alla fine di quella mezza giornata di orgasmi.
“Dove devo venire a prenderti?” quell’uomo sapeva davvero stupirla: non gli aveva detto nulla e lui, come se sapesse tutto, sapeva che aveva bisogno di lui.
“Scendo in Conciliazione, con la metro”. “Va bene, aspettami dentro al paco, davanti alla fontana di De Chirico, alla Triennale. Arrivo tra quindici minuti”. Aveva riappeso immediatamente dopo averle ...
... date le istruzioni e Margherita (che altro poteva fare?) s’era incamminata verso il vicinissimo palazzo dell’Arte, al limitare del Parco Sempione.
Faceva ancora freddo e lei lo sentiva tutto, quel freddo che si infilava sotto la suo cappotto, sotto la sua gonna, risaliva le sue cosce nude e mordicchiava le natiche e le labbra della sua fica, anch’essa nuda (eh no, uscendo non s’era curata di mettere le mutande) e induriva i sui capezzoli che, ora, quasi le dolevano per tanto ch’eran tesi. Pur essendo vicinissimo al centro, il Parco Sempione, di sera, non era esattamente un bel posto dove una donna da sola poteva scegliere di aspettare qualcuno: c’erano dei ragazzi rumorosi, ragazze che civettavano –molte senza sapere cosa le aspettava quella notte-, vecchi guardoni, o senza casa, soggetti che passeggiavano da soli, scrutando con gli occhi un potenziale cliente per le loro dosi di “leggerezza”. I quindici minuti erano quasi trascorsi, Angelo ancora non si era fatto vivo, e due giovani uomini, che in quella sera “disperata” a Margherita non promettevano nulla di buono, le si erano avvicinati chiedendole se fumasse. “Sì, perché?” Aveva risposto Margherita con un po’ di timore. “Se vuoi” aveva detto quello dei due che sembrava il più spregiudicato “abbiamo qualcosa per “scaldarti”….”
“La signora non ha bisogno di nulla” aveva detto una voce alle spalle dei due figuri. Angelo. Eccolo: vestito tutto di nero, elegante, un cappotto di lana, lungo e stretto sulla sua figura, un ...