Punti di vista
Data: 19/10/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: mtbp, Fonte: Annunci69
... alla barista con la voce tremolante. Io aspettai qualche secondo, poi la raggiunsi, chiedendo a mia volta un caffè e posizionandomi accanto a lei. Per un attimo ci fu silenzio, i nostri sguardi dritti, fissavano la macchinetta davanti a noi, dal riflesso di essa però riuscivo a vederla. La tipa ci diede i caffè, lei versò lo zucchero e poi iniziò a girarlo nervosamente. Aspettai che la barista si spostasse verso la cassa per riscuotere da un altro cliente, poi ruppi il silenzio.
- “Che ne dici di bere il caffè seduti al tavolo, Luna?”.
Nel pronunciare quel nome lei mi guardò di scatto, le sorrisi per cercare di calmarla, aspettò qualche secondo, poi disse di si con un cenno con la testa. Prendemmo le tazzine e ci spostammo verso il tavolino, sedendoci.
LEI: Capito ormai con chi avevo a che fare, decisi di non dire nulla e stare al gioco, in fondo non mi dispiaceva parlare con lui, mi faceva passare un po’ di tempo. Sapevo che prima o poi mi avrebbe chiesto di incontrarci, ci avevo pensato più volte sin dall’inizio e mi ero decisa sin da subito che l’avrei fatto, in fondo eravamo impegnati entrambi. Però il tipo ci impiegò più di un mese prima che mi facesse la fatidica domanda, certo non era uno che coglieva la palla al balzo. Arrivò finalmente il giorno dell’incontro, ero pienamente consapevole del fatto che lui sapesse chi fossi io, però io dovevo far finta di non sapere che fosse lui, così entrata dentro al bar, non appena lo vidi feci un’espressione stupita, ...
... fui così brava che quasi mi scappava da ridere. Raggiunsi il bancone per dare quell’impressione di finta paura e lui mi raggiunse. Ordinò un caffè senza dire nulla, lo guardavo dal riflesso della macchinetta davanti a noi, aspettavo una sua parola ma niente. La barista ci diede i caffè, presi lo zucchero che si trovava vicino a lui, sfiorai la sua mano ma lui niente. “Ma questo è scemo”, pensavo. Mescolai il caffè, prima dolcemente, poi sempre più forte per il nervoso e finalmente mi rivolse la parola. “OOOOH, finalmente”, pensai.
LUI: A rompere il silenzio fui nuovamente io, cercai di tranquillizzarla, le dissi che entrambi avevamo da perdere da quell’incontro che però poteva tranquillamente concludersi lì, come se non ci fossimo mai visti. Lei ci pensò un attimo, poi annuì, era ancora spaventata, nonostante la cosa mi dispiacesse feci come detto, andai a pagare e l’accompagnai dentro la stazione, in attesa che arrivasse il treno che la riportasse al paese. Ci fu silenzio, poi le dissi di aspettare sedendoci su una panca e in quel momento la vidi più rilassata.
LEI: Ci sedemmo a prendere il caffè, in quel momento mi disse, considerato il fatto che ci conoscevamo, di chiudere così il tutto, come se nulla fosse stato. Avrei voluto dirgli “ma come chiudere qua, ormai il danno lo abbiamo fatto, continuiamo no?”, ma mi trattenni dal farlo e così assecondai la sua richiesta. Senza neanche insistere si alzò, pagò il caffè, e mi accompagnò alle rotaie, in attesa del treno. ...