Io Sono Elbe |11| La Singolarità
Data: 23/06/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
[“Il mio personaggio è ossessionato dalla perfezione, come molte ballerine vere. Io invece, con il mio lavoro, ambisco a trovare soprattutto la bellezza, la quale credo non sia qualcosa di perfetto, anzi spesso ha a che fare con il disordine, il caos e l'imperfezione.”] Natalie Portman – A proposito del suo personaggio interpretato nel film “Il Cigno Nero” ------ “Tu non sei Elbe. Se non sei Elbe, allora chi sei?” Quella domanda risuonò nella testa di Alice per un attimo che parve non finire mai. Già. Lei non era Elbe. Ma allora, chi era? Cosa era rimasto di Alice Ehrenfeld, al termine di quel viaggio? Di fronte l'oggetto della sua ricerca, ormai destinata ad essere fallimentare, non sapeva come rispondere. La notte prima, aveva avuto forza soltanto di dire “Io sono...” senza specificare chi o cosa fosse. E forse, in tutto quel putiferio di improbabili situazioni, era la cosa più coerente che potesse uscirle dalla bocca. Io sono. Una dichiarazione ontologica. Un grido disperato di rivendicazione della propria identità. Eppure, “Io sono” non era accompagnato né da un “cosa” (Una psicologa? Una viaggiatrice? Una donna stuprata e scampata alla morte soltanto pochi giorni prima?) né da un “chi” (Alice? Gaia? Elbe?). “Sapevo che c'era qualcosa di strano in te. Sei arrivata al pub in quel modo, totalmente a disagio, scomposta e estremamente in ansia. Avevo deciso di tenerti d'occhio perché in genere le persone come te sono una noia per il mio lavoro. Poi capii che eri tu. ...
... Controllavi ossessivamente il telefono e quel tuo bigliettino del cazzo. Cercavi di contattarmi. Ti guardavi intorno.” disse Cleopatra, agitando le braccia per aria e girando intorno alla stanza come una trottola. Alice cercò di farfugliare qualche frase. “So di avere sbagliato tutto. Perdonami. Avevo solo curiosità di conoscerti. Tu non sai che momenti ho vissuto nella mia vita recente... non sai cosa io abbia.....” Alice si bloccò. Non riusciva neanche a prendere le proprie difese e completare il discorso. Si sentiva attaccata su tutti i fronti. Quasi, nuovamente violentata. “Momenti della vita? Vuoi dirmi che in un qualsiasi momento della tua vita tu decidi di svegliarti, prendere un volo e venire a bussare alla mia porta? Ma tu, chi cazzo sei?” continuò Cleopatra, inviperita. Alice si coprì gli occhi con le mani. Era un incubo. Volle farla finita. Si diresse verso la porta. Offesa. Sconfitta. Distrutta. Annichilita. “Dove stai andando? Ancora devi dirmi come sapevi di ICVM, di Elbe e di tutto il resto. La conosci? Conosci Elizabeth? Sai chi sia davvero? L'hai incontrata? Come mi hai trovato su quel sito? Dovrai pur dirmi qualcosa!” domandò Cleopatra, in modo esagitato. Alice aprì la porta e la richiuse dietro di sé. Non voleva stare un secondo di più. Si allontanò da quella casa, in lacrime. Ripercorse il viale alberato che costeggia la spiaggia sul lungofiume. Quel mattino, c'era parecchia gente a passeggio. Si ritrovò attorniata da numerose persone. Lo avvertì. Intenso. ...