Io Sono Elbe |11| La Singolarità
Data: 23/06/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
... Avevo quasi perso ogni speranza, neanche ci pensavo più. La vita scorreva costante e ripetitiva, come l'acqua di un fiume lungo il suo letto. Elbe mi aveva promesso che, non appena fosse stata meglio, mi sarebbe venuta a trovare. Lo aveva scritto in risposta ad una delle tante mie richieste di contatto. Poi, più nulla. E io aspettavo. Attendevo un qualsiasi feedback, senza speranza. Pensavo che l'idea del gioco fosse una cosa sensata. Avevo preso tutte le precauzioni del caso. Nessun nome vero. Nessun indizio troppo facile da indovinare, senza conoscere il diario. Qualcosa che potesse risolvere solo la vera Elbe. La vera Elbe, che speravo finalmente di incontrare. Su cui avevo scommesso molte ipotesi. Invece, Alice Ehrenfeld, colei che a quanto pare mi aveva contattato dopo aver letto la mia poesia, non assomigliava per nulla alla Elizabeth raccontata nel diario. Alla Elizabeth che speravo apparisse. Eppure, la accolsi con curiosità, cercando di capirci di più. Quando infine la polizia bussò alla mia porta, spacciandomela per una fuggitiva qualunque, capii di essere vittima di un tremendo inganno. Un inganno a cui volli obbligatoriamente credere, nella speranza che le mie sensazioni fossero confermate e che le mie aspettative fossero mantenute. Credevo di conoscere quella misteriosa autrice. Credevo perfino di sapere che volto avesse, attraverso le sue descrizioni nel diario. Credevo di sapere alcuni retroscena, poiché molti eventi sembravano il ritratto di qualcosa di ...
... già visto. Già vissuto. Alice Ehrenfeld. Non sapevo chi lei fosse, né come facesse a sapere di Elbe e di tutti i suoi segreti. Credevo di essere l'unica a conoscere la sua storia. Oltre me soltanto Cigno, la persona che si racconta essere colui che, attraverso frasi nascoste tra le righe, la raggiunse. Così Elbe, se non altro, diceva nel suo diario. Così lei mi concesse di leggere quelle pagine, chiedendomi la cortesia di tenerlo per me. Andai nella stanza in cui Alice aveva lasciato tutte le sue robe e cominciai a rovistare, invadendo la sua privacy. Lei, in un certo senso, aveva fatto lo stesso con me. Io glielo avevo permesso. Mi sembrò giusto ricambiare la cortesia. Presi il suo portafoglio. Su questo non c'erano dubbi: Alice Ehrenfeld. Era lei. La sua carta di Identità era chiara e limpida. Continuai a rovistare, alla ricerca di qualche informazione. Mi imbattei in un taccuino di colore giallo. Alcuni appunti presi a matita. Sembravano di difficile comprensione. Probabilmente, la sua scrittura era molto veloce. Doveva esserlo, poiché sembravano appunti presi da una seduta di psicoterapia. Un'analista! Ciò che trovai scritto su quel taccuino sembravano essere i racconti dei suoi pazienti... Mi soffermai su alcuni nomi che mi lasciarono di stucco. Elizabeth. Hilary. Eric. William Cooper. Chiusi il taccuino, d'istinto. Feci alcune associazioni mentali rapide. Mi sentii sporca, tutta d'un tratto. Quelle erano le vite di persone che avevano avuto bisogno dell'aiuto di un ...