Io Sono Elbe |11| La Singolarità
Data: 23/06/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
... professionista. Non avevo il diritto di leggere. Non avevo il diritto di fare proprio nulla. Tuttavia, qualcosa di diverso dai semplici appunti attirò la mia attenzione. Un quaderno, sulla cui copertina erano incise le famose quattro lettere: ICVM. Lo aprii. Conoscevo bene quel diario, nonostante ne avessi letto soltanto una copia digitale. Era autentico. Lo seppi dal primo momento in cui lo annusai. Lo capii dalle prime parole della prima pagina. Era scritto con una penna nera. La calligrafia sembrava parecchio curata, benché dal tratto guizzante e nervoso. Le parole sembravano le stesse che tanto tempo prima imparai a leggere con quella curiosità che poi si rivelò essere la mia ossessione. In aggiunta, vi erano una serie di appunti e riferimenti. Delle linee, come a voler collegare parole distanti tra loro per creare un filo logico continuo, erano apparentemente state aggiunte in un secondo momento. Trovai segnati alcuni punti di domanda attorno ad alcuni eventi del diario. Riflessioni a margine. Considerazioni sulla personalità dei vari soggetti interpellati. Alice Ehrenfeld era una psicologa e possedeva il diario di Elbe, su cui evidentemente aveva passato molte più ore di quanto avessi fatto io. Non mi fu difficile collegare i puntini. Mi ero risposta da sola. Dopo tutto questo tempo perso a capire che fine avesse fatto Elbe, ecco qui apparire qualcuno di diverso ma che al tempo stesso aveva avuto modo di conoscerla di persona. Tutto quadrava. Iniziai ad avere paura. ...
... Paura per tutto quello che avevo fatto e detto. L'avevo indotta a scappare, lasciando qui tutto. Probabilmente, impaurita e devastata. In balia di se stessa. La mia collera irrazionale si era scagliata nei confronti di un soggetto chiaramente in difficoltà. Un soggetto che avevo istintivamente voluto coprire agli occhi delle forze dell'ordine. Una copertura per nulla altruista, compresi. Una copertura egoistica, votata al mio esclusivo vantaggio, poiché avevo bisogno di risposte. Non fui in grado di interpretare un cazzo e avevo soltanto peggiorato la situazione. Ero presa talmente tanto dalle mie domande senza risposta che non mi resi conto delle sue. Quanto poteva essere grave la situazione, a quel punto? Perché era scappata dalla Polizia? Dove era diretta, senza cellulare né effetti personali? Ecco perché ebbi paura. Una paura motivata. La stessa paura e lo stesso senso di colpa che ebbe quello stesso Cigno, quando si rese conto di aver interpretato male troppo a lungo i vari segnali. Certo, adesso è facile fare gli opportuni parallelismi, a mente lucida. Ma quando mi ritrovai a vivere quegli istanti, di certo non ci feci molto caso. Uscii come un razzo da casa. Dovevo trovarla, prima che fosse troppo tardi. -------- Alice raggiunse la fredda acqua dell'Elba, la cui corrente non sembrò essere particolarmente ostica, a quella profondità. Sentiva ancora i piedi toccare la sabbia. Si immerse con tutti i vestiti, nel tentativo di raffreddarsi. Aveva bisogno di riconquistare il ...