Io Sono Elbe |11| La Singolarità
Data: 23/06/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
... Violento. Rapido e letale. Il battito accelerò. Il respiro si fece affannoso. Lo sguardo iniziò a essere guizzante. La testa vorticava. Il petto le sembrò scoppiare. Voleva gridare. Voleva scappare. Voleva morire. Sarebbe morta, lì, in quel vialetto. Ne aveva assoluta certezza. Stavolta non sarebbe riuscita a controllarsi. Il panico era troppo forte. Le mani iniziarono a sudare. Le gambe tremavano. “Andate via...” sussurrò tra sé e sé. Poi di nuovo. “Andate via....!” Disse, a voce più alta, toccandosi le tempie. Si allargò un diffuso brusìo di preoccupazione. Alice si rese conto di aver appena urlato in mezzo a tanta gente sconosciuta. Capì di aver appena subito un crollo nevrotico. Iniziò a correre verso una direzione a lei sconosciuta. Spintonò alcune persone per farsi largo, correndo come qualcuno che sta per vomitare da un momento all'altro. “Andatevene... lasciatemi passare... vi prego!” Lasciò il vialetto principale e continuò a correre, cercando di sfuggire ai rantoli che la sua crisi di panico le procurava. Un cane che si morde la coda. Più lei correva, più il senso di costrizione al petto si intensificava. Più la stretta era forte, più il panico si accentuava. Più esso era in aumento, più la necessità di correre saliva. Raggiunse una zona più aperta, con meno case, meno persone. Qualche pescatore in lontananza andava a lenza, noncurante. Stremata per la corsa, si inginocchiò sulla sabbia. Lacrimava. Era impaurita. Si guardò le mani, rosse fiammanti per via della ...
... stretta dei pugni. Si riuscivano a vedere i segni delle unghia sui palmi. Si controllò le tasche. Capì di essere scappata senza nulla con sé. Aveva lasciato tutto in casa di Cleopatra. Vide la riva del fiume. Nonostante ci fosse ancora caldo in quel periodo dell'anno, l'acqua doveva essere piuttosto fredda. Era pur sempre a poca distanza dal mar del Nord. Le gote sembravano in fiamme. La testa pulsava in modo indicibile. La pelle era tutta rossa. Alice aveva la pressione probabilmente alta, visto il dolore alle tempie. La frequenza era ormai elevata, per via della corsa forsennata. Sentiva caldo. Sudava copiosa. La bocca era impastata. Pensò di avere la febbre. Una febbre alta, paragonabile a quella di una crisi neurolettica maligna. Come accade generalmente nei crolli nervosi, la tempesta sinaptica aveva rilasciato tutti i neurotrasmettitori in contemporanea, alterando la sua vigilanza, aumentando il suo senso di agitazione come in un loop autoalimentante. Doveva buttarsi. Doveva raffreddare il suo corpo. Questo suggerì la sua mente, in quel momento. Era, per lei, l'unica cosa da fare. Si diresse verso l'acqua. Verso l'Elba, la cui corrente procedeva indomita verso Nord-Ovest. -------- Mi resi conto solo a seguito dello schianto della porta sbattuta di quanto avessi esagerato. Mi resi conto di quanto fossi evidentemente incollerita. Avvertivo tutta la situazione come una enorme presa in giro. Eppure, se penso a come tutto era iniziato, mi ritroverei a sorridere in modo ironico. ...