Io Sono Elbe |11| La Singolarità
Data: 23/06/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
... dimostravano. Colloqui asfissianti e stanchezza accumulata. Insomma. Un giorno come tanti. Teneva ancora il pollice a separare le due pagine del penultimo capitolo. Un capitolo enigmatico, incomprensibile, su cui aveva lavorato molto, durante la terapia di Elizabeth. Aveva cerchiato a matita i nomi di tutti i personaggi, poiché si ritrovavano tutti lì riuniti in quelle pagine finali, al fine di collegarli tra loro. La teoria che più aveva studiato e cercato di adattare a quel caso complesso era quella del doppio archetipo. Ogni cerchio era collegato ad un altro cerchio. Ogni personaggio aveva il suo polo opposto, a cui era intrinsecamente legato. Hilary versus Francis. Alex versus John. Elizabeth versus William. Gaia versus Eric. Reagan Versus Thatcher. Cigno versus Elbe. Due pensieri e due comportamenti sempre in contrapposizione. In ogni coppia, uno dei due interpretava la grande capacità deduttiva e razionale, l'altro quello emotivo-istintuale. Erano riprodotti e riproposti in serie, cambiandone soltanto il contesto. Uniti attraverso una contraddizione eterna. Da questa contraddizione di termini, nasceva lo scontro, il conflitto. Tale era il presupposto alla base di tutti i disturbi della sua paziente. Eppure, sebbene fosse per certi versi adeguata per spiegare gran parte della mutevole personalità di Elizabeth, la teoria sembrava incompleta. Così come per tutte le altre teorie precedenti elaborate per risolvere il caso, anche quella sembrava fallire ad un certo punto. ...
... Infatti, un unico cerchio sembrava rimanere isolato. Un singolo nome, legato a nessuno. Inserito a metà degli spazi narrativi, interagiva con tutti gli altri archetipi di Elizabeth. Una entità indipendente. Un'anomalia. Va cercata sempre l'anomalia, usava ripetersi in mente Alice, durante il suo lavoro. Non era tuttavia una semplice anomalia. Quella, sembrava essere La singolarità. “Respira.” Alice sentì una voce rimbombare nella sua stanza. Si voltò nervosa. “Chi c'è?” gridò. “Respira.” continuava la voce. Alice controllò il diario. Penultimo Capitolo, il cui titolo era, per l'appunto, “Il respiro.” “Respira.” Alice si sentì soffocare. Portò le mani al collo, cercando di incamerare aria. “Respira.” Ripeteva. “Respira.” -------- “Respira, cazzo. Respira.” Dicevo io, spaventata a morte, con il cuore a mille e completamente bagnata fino ai piedi. “Respira, Alice. Sono qui. Respira!” Ero appena arrivata alla spiaggia e già la situazione mi fu chiara in lontananza. Le sue mani annaspavano, cercando di ritornare a riva, senza tuttavia riuscirci. Il fiume Elba la stava trascinando via. Alice stava affogando. Corsi verso di lei, togliendomi soltanto le scarpe. Mi tuffai, non poteva essere così lontana. Non poteva essere troppo tardi. Notai l'indifferenza dei pescatori mentre osservavano la scena. Ogni bracciata che facevo era potenziata dalla corrente nello stesso verso del fiume. Il problema sarebbe stato al ritorno. Il corpo di Alice mi fu presto invisibile, ormai colato a picco. ...