Marialetizia ed il bellimbusto - cap2 di 2
Data: 27/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Zindo
... in considerazione l'ipotesi che potesse andar via per quella notte.
Fecero ancora sesso, poi presero sonno abbracciati l'uno all'altro.
Era già di nuovo giorno quando si svegliarono aggrappati l'uno all'altra. Si sorrisero, si baciarono incuranti degli aliti mattutini, che comunque non erano pesanti e si concessero un ulteriore rapporto sessuale, di quelli tranquilli, sereni, senza troppe stravaganze.
Alla fine, mentre si pulivano con i fazzoletti e scendevano per recarsi insieme al bagno ebbero un breve dialogo:
“Allora oggi tu non vieni in ufficio?”
“No, ho tante cose da sbrigare”
“Oggi sarà dura per me starti lontano”
“Non dire idiozie, ti conosco abbastanza per saper che sono parole che dici a tutte”
“No. Devo dirti una cosa. Ho detto anche ad alcuni amici che mi rimproverano di essere ancora scapolo che solo quando avrei incontrato una donna come te forse mi sarei convertito al matrimonio e, scusami per quello che sto per dire ma lo pensavo, ho anche detto che era un vero peccato che tu fossi frigida...”
“Io, cosa??...”
L'abbracciò, la ...
... strinse e proseguì “Scusami amore mio, lo pensavo davvero”
La baciò “Questo dimostra che di donne non capisco un tubo”
La baciò di nuovo “Chi poteva immaginare che sei un vulcano?”
La strinse più forte “Io devo vestirmi ed andare perché è quasi ora di timbrare il cartellino, mentre mi vesto...me lo faresti un caffè?”
Lui si vestì, lei mise sul fornello la moka. Il caffè salì. Marialetizia ne verso parte in una tazzina e chiese a voce alta “Quanto zucchero vuoi?”
Dall'altra stanza Augusto rispose: “Non sto scherzando. Mi vuoi sposare?”
“Che scemo sei, quanto zucchero vuoi?”
“Lo prendo amaro” disse Augusto arrivando. Prese la tazzina che Marialetizia gli porse, bevve con tre sorsi. Poi aggiunse “Ora vado, devo andare, lo sai” -un bacio sulla guancia una manata sul sedere e poi “ Tu pensa a quello che ti ho detto. Non stavo scherzando”.
Queste le ultime parole dette da Augusto prima di varcare la soglia, con un sorriso ampio stampato sulla solita faccia da indisponente canaglia, mentre lanciava la giacca su una spalla, tenendola per il bavero.
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