1. Il giudizio di paride - 3, il più bello fra gli umani


    Data: 01/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... fece Paride.
    
    “Io ho già trovato la mia preda.”, mormorò l’altro, attirandolo a sé e cercando le sua labbra.
    
    Paride lo strinse con passione, carezzandogli la schiena muscolosa, mentre sentiva la mani dell’amante impastargli vogliose le natiche sode, scivolando con le dita nel solco e cercando frenetiche la desiderata apertura. Il turgore sotto il perizoma di Menelao gli premeva sull’inguine, allora cercò i lacci che lo tenevano su e li sciolse; poi allontanò da sé il riluttante Menelao e l’inutile lembo di panno cadde a terra, liberandogli il cazzo già spasimante.
    
    Paride carezzò teneramente la grossa borsa vellutata, giocando con gli ovuli oblunghi, e un fremito percorse Menelao; quindi impugnò la verga e tirò giù la spessa guaina, snudando un glande roseo e già bagnato nella pregustazione del piacere. Lo guardò ammirato:
    
    “Dei! - sospirò – E’ così bello che viene quasi voglia di mangiarlo…”, e gli si inginocchiò davanti, quasi ad ammirarlo meglio.
    
    L’afrore misto di sudore e di umori maschili quasi lo stordì, non sapeva neanche lui cosa stesse facendo, cosa volesse fare: era come un richiamo misterioso che lo attirava con forza sempre maggiore… Menelao lo fissava senza dir niente, mentre uno strano tremore lo prendeva alle gambe e una tensione più sfibrante di altre volte gli attanagliava la bocca dello stomaco. Un languore spossante prese ad irradiarglisi dall’inguine in tutto il corpo.
    
    Paride si accostò ancora di più, quasi volesse annusarglielo da vicino, ...
    ... poi d’improvviso dischiuse le labbra e ingoiò interamente il glande sugoso.
    
    Non aveva mai gustato il frutto maturo di un uomo: ne fu estasiato! Gli piacque terribilmente tenere in bocca quella carne viva, morbida, sugosa… Lungi da disgustarlo, quel velo di viscida bava che la ricopriva lo deliziò col suo sapore asprigno... e con un sospiro di piacere risucchiò e assaporò il fluido che l’eccitazione faceva sgorgare copioso. Anche per Menelao era un sentiero inesplorato quello che Paride gli aveva appena aperto: non era mai stato nella bocca di qualcuno e quel palato levigato, quella lingua pastosa, quel risucchio incessante gli davano sensazioni che mai avrebbe immaginato possibili.
    
    Dopo un po’, Paride si staccò ma:
    
    “Continua, amore mio, continua, ti prego…”, mormorò con un gemito Menelao, perso ad occhi chiusi nella sua estasi, prendendogli il volto fra le mani e spingendo leggermente avanti il bacino.
    
    E Paride continuò, ancora più infervorato stavolta per la consapevolezza del piacere che stava procurando all’amante. Poi tutto si compì. Menelao sentì il fuoco dell’orgasmo bruciargli sempre più incontrollabile nel profondo dei coglioni; sentì il punto di non ritorno farsi sempre più vicino, una voce prese a urlargli nella mente, nel corpo tremante, nel cazzo in fibrillazione: Non fermarti… continua… non fermarti… continua… mentre la marea avanzava inarrestabile, varcava la soglia, risaliva la grossa vena… Il piacere si fece lancinante, quasi un’agonia… e infine ...
«1...3456»