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PIA di nome ma non di fatto
Data: 04/07/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Jean Jacques Sborreau
... Staccai il piede ma lei continuò a leccare il vino ancora un pochino. “Alzati e sdraiati sul divano!” Le ordinai e lei mi guardò impaurita mentre eseguiva l’odine che le avevo appena assegnato. Rimasi qualche secondo a guardarla: che bella maialotta che era, con i suoi seni giganti e sodi che rapivano la mia attenzione. Andai in bagno senza dirle niente, e mi misi a cercare tra le creme per trovare qualcosa con cui lubrificarle le mammelle ma purtroppo nulla faceva al caso mio, poi l’illuminazione! Chissà cosa pensò appena mi vide entrare in sala con due asciugamani e la latta da 5 litri di olio di oliva. “Alzati che devo mettere gli asciugamani” lo fece senza battere ciglio e una volta compiuta questa operazione si adagiò su di essi senza che io le dicessi nulla. Mi versai un po' di olio sulle mani e poi cominciai a passarle sulle sue immense zucche, rendendole belle lucide e lisce. Lei apprezzò molto quel massaggio vigoroso che le stavo facendo e ne aveva già capito il motivo. Presi ancora la latta e le versai ancora un pochino d’olio nello spazio tra le due montagne e lei con grande maestria cominciò a cospagerselo per bene. Mi misi a cavalcioni su di lei e appena lei ebbe il mio pene a portata di mano comincio ad accarezzarlo ungendomelo per bene. “Siete tutti uguali comunque, vi piace proprio scoparmi le tette!” Disse sorridendo e con aria di chi la sa più lunga degli altri, ma io feci finta di niente e la continuai a guardare con sguardo serio. Appena sentì che tutto ...
... era lubrificato afferrai i due meloni, ci piazzai in mezzo il mio amichetto e comincia a scoparla a un ritmo sostenuto. Il cazzo sgusciava li dentro che era una meraviglia e io ero eccitato al massimo livello. Da sola cominciò a tenere strette le tette lasciandomi così libero le mani, con cui iniziai a pizzicarle e a tirarle i capezzoli. Poi, continuando con il mio ritmo forsennato, le cacciai tre dita in bocca afferrandola per la mandibola che usavo come redine mentre proseguivo nel mio rodeo: sentivo la sua bocca che si riempiva di saliva e appena ebbi la mano completamente bagnata, la estrassi e la portai dietro di me in cerca della sua figa che trovai già abbondantemente umida e cominciai di nuovo a masturbarla con foga. Ricominciò a gemere forte e di nuovo emetteva quei mugolii tanto arrapanti: “Mmmh MMMhh Maduuuu seeeee mmmmmmm!!!” Dovevo scoparla, li subito. Mi alzai, mi tirai indietro, le sollevai le gambe portandomele sopra le spalle, mi aggrappai di forza alle sue culotte de cheval ed entrai diretto. ”AAaaahhhh Seeeeeeeeeee!” esclamò subito e li cominciai di nuovo a muovermi con lo stesso ritmo incalzante di quando le scopavo le zinne. Il rumore ritmato del mio corpo che sbatteva contro il suo aumentò tantissimo la mia eccitazione e la mia velocità. Lei non smise un secondo di urlare a gemere a tempo “See see se se se ahAh ah AH AHAH MMH AH se così così COSIII” “Madù Michè see see see Madù maduù! Seee Ah ah AH AH AH!!” “Scopami così! se se se Scopami così dai! Madù se ...