PIA di nome ma non di fatto
Data: 04/07/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Jean Jacques Sborreau
... SE SEEEE!Scopami!Scopami!scopami!scopami! DAAAIIII!!” La stantuffai senza fermarmi per qualche minuto fino a quando la sentii irrigidirsi, vidi che si mordeva con forza le labbra e strozzava così i versi che aveva emesso fino a un secondo prima, io aumentai la forza dei colpi a quel punto, fino a a quando non senti un abbondante rivolo caldo fuoriuscire da lei e il piacere che sgorgava incontrollabile dalla sua gola “OOOOOOOOHHHH SEEEEEEEEE!!!! AHH ah SEEEEEE!!!!!MMMMMSEEEEE” estrassi il cazzo fradicio dalla sua vagina grondante umori che erano ormai una cascata. Mi ritrovai il suo anello anticoncezionale infilato sul mio amichetto: lo presi ma prima di rinfilarglielo cominciai a masturbarla di nuovo con la mano a ventaglio: pochi secondi ancora tremori e contrazioni, ancora mugolio di godimento e di nuovo uno schizzo, meno copioso del primo, che mi centra il petto. “OOOOooHHHHH di NUOVOOOOOO!!” fortunatamente c’erano gli asciugamani.Le lanciai addosso l’anello tutto fradicio e mi spostai. Era esausta e ebbra di piacere, l’avevo sfiancata lo sapevo ma non sarebbe finita da li a breve, sapeva che ne doveva passare ancora tante, sapeva che quella sera avrebbe scontato le sue porcate commesse anni prima, sapeva che ero il miglior amico di Mauro e l’avrei fatta a pezzi quella sera…e lei, Troia, non ne vedeva l’ora. Io pure ero fisicamente provato da quella scopata a ritmi forsennati e mi lasciai cadere sulla poltrona di fianco al divano per riprendere forze e fiato, mentre lei ...
... riposava sul divano. Passarono un paio di minuti credo e quasi mi addormentai fissando il soffitto, ma Pia si mise in ginocchio davanti a me e cominciò a leccarlmi con colpi di lingua ben mirati dal sottopalle alla punta dell’uccello e il mio amico non ci mise più di una decina di secondi a tornare bello arzillo. La feci fare, sapeva cosa e come fare, su e giù e lingua. “Dio che troia che sei!” le dico e mezza voce. Mi godo il pompino magistrale ma a un certo punto sento un ronzio sordo…la vibrazione del telefono sul tavolo. Mi alzo di scatto senza preavvisarla e vado a recuperare il cellulare, lei mi fissa. Sullo schermo c’è il nome di Valeria, sono le nove passate cazzo!Di nuovo quelle nuvole del cazzo stavano per impadronirsi di me ma questa volta non volevo assolutamente soccombere e un’idea mi venne subito in mente. Presi il telefono, mi rimisi seduto davanti a Pia e prima di rispondere la presi forte per la gola, le tirai due buffetti e le ordinai “Tu puttanella continua a fare quello che devi, ma non ti azzardare a emettere qualsiasi tipo di verso e a fare qualche scherzetto del cazzo perché sennò finisce male per te!Ok?!” Annui impaurita. La presi e le cacciai il mio cazzo in bocca. “Pronto ehi” dissi con tono dolce. “Pronto Amore che fai?” “Sono sul divano a guardare la TV” “Stavi dormicchiando già? per quello ci hai messo tanto.” “No avevo lasciato il telefono di la…tu hai finito l’incontro?” E intanto Pia mi pompava con gran passione tenendo il suo sguardo fisso su ...