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PIA di nome ma non di fatto
Data: 04/07/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Jean Jacques Sborreau
... per venire, lei emette versetti e cerca di staccarsi a forza dal mio corpo. “Eh non lo soooo sicuro non prima di Giovedììììì!”Dico simulando un altro sbadiglio Schizzo tenendola premuta a me ormai semi svenuta, mi stacco, corro nella stanza per allontanarmi dai rumori che la troia stava facendo tutta ingozzata di sborra e bava. Tossisco anche io per coprire i rumori. “Che sonnone l’amore mio!” Concludo la telefonata pensando al pericolo scampato ma godendomi il post orgasmo, e immagino che di la troverò Pia incazzata nera tutta sporca di sperma e bava se va bene o magari avrà vomitato anche dallo sforzo. Apro la porta in sala e la scena che mi si para davanti mi spiazza: La vacca ancora ansimante con il trucco tutto sciolto china sul pavimento che lecca tutti i liquidi che aveva versato tossendo. La scavalco e mi sdraio su divano senza smettere di guardare lo spettacolo. “Ho pensato che non ne avresti voluto vedere sprecata neanche una goccia, e poi mi piace troppo il sapore per lasciarlo a terra" non le risposi ma la continuai a fissare compiaciuto. “Posso sdraiarmi con te?” mi chiese dopo un minuto che ci guardavamo e lei era ancora accasciata a terra. Annuisco e lei si infila dietro di me abbracciandomi e dandomi dei dolci baci sulla schiena. “Qual’è la spalla che mi hai detto che ti da noia?” mi sussurrò all’orecchio accarezzandomi la parte alta della schiena. Mi girai per guardarla con aria curiosa e scettica e le dissi “La sinistra. Perché?” “Se vuoi ti faccio un bel ...
... trattamento” disse baciandomi di nuovo dolcemente la schiena. “Ok” risposi. “Ho le cose per il massaggio in macchina però devi darmi un attimo che le vado a prendere” “Ok” Si alzò, prese la mia maglietta ma io intervenni subito: “NoNo!” feci mimando anche con il dito. Mi guardò con aria interrogativa. “Se vuoi le scarpe” le dissi. Mi guardò prese calze e scarpe se le infilò e mi disse: “Mi accendi la luce del vialetto che non si vede niente” “Certo” le risposi, ma non tanto per lei ma per poter godermi la sua scampagnata nuda al freddo e sotto l’acqua. Con un po’ di dispiacere notai che la pioggia però era decisamente diminuita, accesi le luci e le apri la porta. Lei partii dal porticato fino al vialetto camminando fino alla fine della copertura correndo poi una volta all’aperto, facendo sballonzolare tutto il suo ben di dio con la sua corsa abbastanza scoordinata. Le case attorno erano ancora vuote in quel periodo dell’anno, nessuno tranne me l’avrebbe vista quindi non fu una punizione così crudele. Prese una sacca dalla macchina e si rimise a correre facendo ballare le sue meravigliose rotondità. Andai in camera e presi un accappatoio. Lei entrò visibilmente infreddolita e si sfilò le scarpe. La avvolsi con l’accappatoio strofinandola per asciugarla e scaldarla. Mi baciò teneramente e dinuovo percepii una scossa di eccitazione che mi attraversò e si palesò con l’inturgidimento del mio amichetto. I suoi capelli bagnati mostravano ora quanto fossero radi. Mi prese per mano e mi ...