PIA di nome ma non di fatto
Data: 04/07/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Jean Jacques Sborreau
... ultimamente non era abituato a ritmi del genere. Pia mi accarezzava e mi baciava dolcemente il petto e ogni tanto mi guardava mentre io continuavo a fissare soffitto. “E’ una serata bellissima lo sai? Non avevo mai provato così tanto piacere in vita mia. E’ molto fortunata la tua ragazza.” Eccole, cazzo! proprio le parole che non volevo sentire. Non doveva permettersi di parlare o di citare Valeria in nessun modo. Aveva vanificato tutto. La guardai con sguardo severo, mi divincolai dal suo abbraccio e mi girai su un fianco dandole le spalle. Non fu difficile per Pia capire che qualcosa mi aveva indisposto e perchè, così dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante mi accarezzò la spalla e disse “Scusami…sono una scema” si alzò e continuò “vado a fare pipì” Valeria, l’amore della mia vita, l’unica donna di cui mi fidavo ciecamente e che avrebbe fatto di tutto per me e io per lei. Era una donna bellissima, intelligente e simpatica che mi adorava e io adoravo lei. Eppure in quel periodo la nostra sintonia era andata un po’ fuori fase ed entrambi eravamo andati in sofferenza. Non era tanto il fatto che mi fossi scopato Pia che mi fece riflettere, perché mi conoscevo quella era solo questione di libido e di trasgressione, un impulso bestiale animale che decisi consciamente di assecondare per svago. Mi preoccupava il fatto che quel periodo di egoismo e insofferenza che aveva colpito entrambi potesse continuare.Dove ci avrebbe portati? Lei finalmente si era focalizzata sui suoi ...
... progetti da imprenditrice in cui io l’avevo tanto incoraggiata, ma non aveva ancora lasciato il suo lavoro, che le permetteva di pagarsi spese e bollette e quindi il tempo per noi era diventato davvero poco. In più pure io a lavoro avevo un periodo stressante, eravamo stati acquisiti da un gruppo internazionale e stavamo lavorando come degli stronzi per uniformarci a loro. Ci avrebbero fatto bene questi giorni lontani? e chi lo sapeva. Eccole ste cazzo di nubi grigie che tornavano e mi attorcigliavano le budella. Fanculo! Doveva proprio parlare la cagna, non poteva limitarsi a godersi il riposo post orgasmo. Eh si che le avevo dato una bella lezione. Sentii la porta del bagno aprirsi, non so quanto era passato ma mi sembrò un tempo decisamente lungo per una pipì. Mi alzai e le andai incontro recuperando i miei vestiti dal pavimento della sala “Senti sono abbastanza stanco e devo dormire un po’” le dissi abbastanza seccamente “Non ti preoccupare capisco, domattina io non ho impegni ma nel pomeriggio ho le lezioni quindi vorrei fare un po’ di cose prima di iniziare”, “Ok perfetto, vuoi una tisana o una camomilla prima di andare?io comunque me la faccio prima di dormire” “Mmmh si dai quasi quasi una camomilla” “Ok” Mi infilai mutande e maglietta e andai in cucina, riempii un pentolino con dell’acqua e lo misi sul fuoco, presi dalla credenza due tazze, le sciacquai e ci adagiai dentro le due bustine di camomilla. “Vuoi lo zucchero??” le chiesi ad alta voce per farmi sentire da lei di ...