1. London walking


    Data: 08/07/2019, Categorie: Trans Autore: IoTuaAmante, Fonte: Annunci69

    London walking
    
    Sollevò il bicchiere all’altezza del volto, osservò con attenzione la superficie di quel moscato italiano color d’ambra, seguì la circonferenza che il cerchio disegnava contro il cristallo, poi spostò gli occhi più in basso scrutando il liquido appena più vischioso di un normale vino, quasi a carpirne odori, aromi e sapori con il solo sguardo e infine di nuovo in alto, serio, contro la trasparenza del calice a cercare i suoi occhi. Lei lo osservava affascinata, gomiti sul tavolo, polsi uniti e palmi aperti come i petali di un fiore sui quali il volto cercava riposo.
    
    Non parlavano, restavano in silenzio. Seduti al dehors del Crown probabilmente entrambi ripensavano alla notte precedente così lunga ed emotivamente intensa. Ogni tanto Maxwell tirava la testa indietro, chiudendo le palpebre, per raccogliere lo scarso calore diffuso nella luce della debole primavera londinese. Era piovuto due ore prima e ora i raggi del sole si facevano strada tra gli edifici neogotici dei Seven Dials penetrando nelle stradine strette e affollate di gente. L’uomo, dalla sua posizione, osservava la meridiana e la sua ombra che adesso era arrivata sull’orologio da polso alle 3 del pomeriggio. Era già così tardi. Il traffico che si riversava in Shaftsbury Road scorreva lento verso il West End. Il tepore trasformava in esaltazione la frenesia di tanti commuters. A metà maggio le giornate erano già abbastanza lunghe da avere luce fino a tardi rispetto a Roma. Accomodato di fronte ...
    ... a lei, con l’interno del suo ginocchio sinistro cercò l’esterno del suo ginocchio destro.
    
    Dondolando lievemente la gamba lo sfiorava in uno sfregamento che produceva sulla pelle eburnea di lei una piacevole sensazione di eccitazione. Ogni contatto contribuiva ad amplificare l’effetto precedente. I suoi pantaloni marroni picchiettavano contro le calze nere e dal punto di contatto irradiava lentamente ma anche inarrestabilmente il piacere che per ondate successive risaliva su per l’interno coscia, il tricipite femorale, il perineo, la pancia e ancora più su fino ai piccoli capezzoli turgidi. Continuavano a non parlare. Ciascuno nel proprio silenzio mentre Emma guardava la camicia kaki di Max sbottonata sul suo petto chiaro e appena velato da peluria bionda. Le sue narici erano troppo lontane per ordorarlo, le labbra anche lo erano per baciarlo, ma il desiderio di appoggiarci sopra il profilo era palpabile.
    
    Il selciato risuonava di passi rapidi, sembrava che tutti puntassero verso Covent Garden, forse più a ovest per raggiungere Leicester Square. Li seguirono per dirigersi alla fermata della metropolitana. Percorsero Earlham Street e Neal Street. Individuarono l’edificio della stazione in mattoni rosso sangue della fine del XIX secolo e si lasciarono risucchiare dalla folla ordinata che cercava di guadagnare la loro stessa meta. Durante la discesa alle piattaforme decorate da maioliche gialle e bianche, stretti nell’ascensore affollato, Emma si sentiva avvolta in una bolla ...
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