1. London walking


    Data: 08/07/2019, Categorie: Trans Autore: IoTuaAmante, Fonte: Annunci69

    ... noon, my midnight, my talk, my song;
    
    I thought that love would last forever, I was wrong.
    
    The stars are not wanted now; put out every one,
    
    Pack up the moon and dismantle the sun.
    
    Pour away the ocean and sweep up the wood;
    
    For nothing now can ever come to any good.
    
    (W.H. Auden)
    
    Giunse il sabato, il giorno in cui si sarebbero dovuti muovere per ripartire. Lei verso Roma, lui Milano. Prepararono le borse in silenzio. Lei indossò stivali di camoscio nero, panta-collant neri, dolcevita nero e cappotto di cammello nero, capelli neri lunghi lisci oltre le spalle, frangetta a coprire il trucco nero. Lui camicia bianca accecante, pantaloni beige, giacca a coste color salvia scuro e copri abito blu. Chiamarono Edwin per i due taxi. Lei a Gatwick, lui verso Tottenham poi il treno verso Stansted. Dopo qualche minuto il concierge inviò l’elegante e professionale ragazza di turno ad avvertirci. Max le proibì di prendere le valigie con sé e di farle scendere nella hall. Lo avrebbero fatto da soli, affermò ringraziandola e dandole una mancia. Si avviarono verso la porta dell’hotel scivolando fluidi sulla moquette che non lasciava produrre alcun rumore. Scesero gli otto gradini ...
    ... che li separavano dalla sede stradale e si abbracciarono senza baciarsi. Lei gli poggiò il mento sulla scapola chinando leggermente il volto per accomodarlo tra il collo e la spalla. Lo strinse fortissimo a sé sorridendo felice di aver avuto un uomo come lui al suo fianco per così tanto tempo. Emma non poté vedere l’espressione sul volto di Max, occhi chiusi e sorriso leggermente abbozzato anche il suo. Entrambi erano felici.
    
    Nel frattempo il traffico di Londra correva. Poco distante un camion scaricava sul marciapiede davanti ad un palazzetto aristocratico materiale che aveva tutta l’aria di essere l’occorrente per un ricevimento. Si sarebbe tenuto un party allora. Allo stesso momento in cui si aprirono gli sportelli dei due taxi, si spalancò l’ampio portone georgiano di quella nobile residenza e ne venne fuori una donna sulla cinquantina elegante e sorridente, euforica e sobria. Stava parlando a qualcuno rimasto dentro, forse qualcuno della servitù; arrivarono poche parole alle orecchie dei due amanti: Clarissa i fiori per la festa di quella sera li avrebbe comprati lei.
    
    Se esiste questa storia è perché non esiste una sola parola capace di contenerla tutta.
    
    Emma per Maxwell. 
«12...5678»