1. Le scarpette argentate thailandesi


    Data: 10/07/2019, Categorie: Trans Autore: verdissimo, Fonte: Annunci69

    ... che si respirava da lontano.
    
    L’avevo riconosciuto facilmente perché quella sera, come in quelle precedenti in cui l’avevo notato per caso in altri punti della città, era seduto a proprio agio sul suo scooter e nei piedi indossava, anche quella volta come in quelle precedenti, le sue ballerine di paillette argentate.
    
    Credo di aver trattenuto il respiro scorgendolo/a lì seduto in quel modo sullo scooter e si vedeva benissimo che stava facendo fishing (pescando), ovvero era lì per farsi rimorchiare dai turisti uomini in cambio di soldi. Lui, il suo scooter, le sue vistose ballerine e il vento che da tutto ciò proveniva verso di me, erano una forte calamita ed io non ero altro che un pezzo di ferro.
    
    L’approccio fu facile come lo è sempre in Thailandia in quelle circostanze. Sai già che verrai accolto con una occhiata invitante e con un sorriso, quindi nulla di più semplice. Sai già cosa devi dire partendo naturalmente dalle domande di base: nome: Mona, età: 22; da dove vieni: l’Isan (regione thailandese che confina con il Laos), da quanto tempo sei qui, e così via… e mentre parla non si scompone sulla sella. Poi ci accorgiamo che ciarlare non serve a nulla, pertanto mi ritrovo seduto dietro con i suoi capelli che dolcemente mi frustano la faccia mentre lo scooter corre per le strade che conosco come quelle della mia città, verso il mio hotel.
    
    Ciò che mi ha sorpreso fin dall’inizio è stato il suo atteggiamento disinvolto e il suo buon’umore. Nella mia stanza Mona si ...
    ... sentiva completamente a casa sua al punto che, per un attimo, ho pensato di essere io l’ospite. Si è seduto comodamente sulla poltroncina imbottita e ha inserito sotto carica il proprio cellulare. Faceva tutto ciò con naturalezza e sembrava non avere fretta. C’era completamente silenzio, come piace a me, e quel po’ di luce che c’era proveniva da una lampada nell’angolo opposto a fianco del letto. Per rompere il ghiaccio, avevo iniziato a dargli una serie di bacini, prima sui capelli, poi sulle guance, poi sulla bocca carnosa.
    
    Devo dire che quella sera avevo scelto bene. Ero stato bravo nella mia valutazione ma ero stato anche fortunato. Quando ti porti in stanza un ladyboy (o una lady, a seconda dei gusti del momento) c’è il rischio di avere a che fare con un vero proprio stronzo (o stronza) che vuole darti il meno possibile, che fa finta di godere per farti venire il prima possibile, o non farti venire per niente, e poi andare via con i suoi baht (moneta thai). Magari è uno schianto, proprio il culetto o la figa che avevi desiderato da tempo, ma in stanza si rivela l’opposto di quello che ti eri prefigurato che fosse quando hai goduto del suo sguardo invitante e del suo sorriso qualche minuto prima.
    
    Lui invece mi lascia fare ed io, grato per la sua bontà, lo percorro baciandolo con continuità verso il basso poiché la mia meta é le gambe e oltre, e ci arrivo. Delicatamente, prima una poi l’altra, le scarpette argentate si ritrovano senza proprietario al loro interno e da ...
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