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Tea la mia vita del ca...zo
Data: 17/07/2019, Categorie: Etero Autore: Bastino9
Tea è il mio soprannome ma tutti mi dovrebbero chiamare : Rosa. Da quando andavo alle scuole elementari o forse anche prima tutti mi chiamavano Tea, all’inizio ho sempre rifiutato questo soprannome e piangevo, mi arrabbiavo, strappavo i capelli alle bambine e tiravo calci ai maschietti ma da questi prendevo anche pugni e non solo. Volevo che mi chiamassero con il mio vero nome anche se Rosa in verità lo trovavo un nome scialbo insulso. Comunque Tea me lo sono tenuto e ci ho fatto l’abitudine come a tante altre cose che la vita mi ha dato e che non avrei voluto ma che ho dovuto accettare. La mia è stata subito una strada in salita, voi direte la solita storia strappa lacrime di una persona che ha avuto problemi e tra l’altro anche una famiglia disastrata, ebbene si, è così. Mi sono subito trovata nei casini e ho dovuto adattarmi da sola a sopravvivere e a costruirmi una vita almeno decente. Appena ho avuto l’età per farlo sono uscita di casa e mi sono aggregata ad un gruppo che avevo conosciuto fortuitamente. Avevamo pressappoco più o meno tutti la stessa età, stando insieme ci sembrava di aver trovato quello di cui avevamo bisogno: sicurezza, protezione e ascolto. Ognuno di noi stava cercando di costruirsi quella personalità che come singoli ci mancava sia perché non c’era stata data sia perché non eravamo riusciti a darcela ma ora volevamo recuperarla. Eravamo in nove: sei ragazzi e tre ragazze di cui una era la compagna di Mariano il più grande di tutti e poiché sapeva ...
... tenerci uniti era anche il capo. Vivevamo in un appartamento fatiscente nei pressi del centro città, non avevamo lavoro e nemmeno lo cercavamo seriamente, ci arrangiavamo con prestazioni saltuarie che per me servivano giusto per la sopravvivenza per gli altri erano la possibilità di trovare la “maria” e le “striscie”. Un giorno Mariano ci tenne un bel discorso per dirci in buona sostanza che stavamo nella merda e continuando così ci saremmo affondati per cui per sopravvivere dovevamo trovarci da soli la strada. Qualche giorno dopo lui e la sua donna sparirono, senza nemmeno salutarci, la settimana successiva anche l’altra ragazza e due ragazzi si aggregarono ad un gruppo che partiva per la Germania, io e gli altri tre restammo ancora insieme per qualche giorno ma eravamo allo sbando, non avevamo idee e non sapevamo quello che avremmo dovuto fare. Una notte Antonio con gli altri due tornarono mezzi ubriachi e fatti, vennero da me per fare sesso ma risposi con pugni e schiaffi, fu allora che decisi di mollarli al loro destino e come fece giorno presi i miei stracci e andai via. A malincuore e con la rabbia nel corpo stavo tornando a casa. Ero al portone quando mi sentii chiamare vidi Enrico un ragazzo del quartiere con il quale aveva frequentato le scuole elementari e le medie. era rimasta in silenzio meravigliata per l’incontro e per come mi aveva chiamata: Rosa. ci avviammo a prendere il tram e dopo quattro o cinque fermate scendemmo ed entrammo in un vecchio palazzo popolare ...