Degno finale per una moglie infedele
Data: 27/07/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: bettatroietta
... abbiamo entrambi già visto tutto, no?”
Io andai al centro della stanza ed, inebetita, preoccupata e disorientata, feci un giro su me stessa.
“Bel culo, eh?” Fece Alfonso. “L’hai anche inculata?”
“Sai che l’anale non l’abbiamo fatto…” disse Alfonso.
“Allora mi devi restituire una parte!” Scoppià a ridere Mario. “Perché vedi, mia cara mogliettina infedele, il buon Alfonso qui è uno gigolò che ho pagato per vedere quanto fossi troia.”
Volevo dire qualcosa ma uscì solo “mmmf”.
“Zitta, lurida cagna, lo so benissimo che mi tradisci, lo sospetto da anni, mi serviva solo una prova e cavolo, mi ha raccontato qui il nostro Alfonso che se non se ne fosse andato la prima sera lo avresti scopato anche sulle scale di casa.”
Be’, era vero in fondo… non provai a dire nulla.
Mario si alzò e mi venne di fianco. “E ora come la mettiamo, eh?” Mi accarezzò una guancia e poi improvvisamente mi diede un sonoro ceffone, barcollai. “Sei una lurida vacca! Una troia ninfomane che si scoperebbe il primo venuto, eh?”
Tentai di dire qualcosa ma uscì il solito mugugno. “Zitta, troia, fai solo di sì o di no con la testa.”
In preda al panico feci di sì, aspettandomi il secondo ceffone, Mario invece mi accarezzò e basta l’altra guancia. “Vedi che andiamo d’accordo?” Poi mi prese un capezzolo e lo strizzò. “Da te io voglio solo la verità, totale sincerità, non me ne frega se scopi in giro, ma una moglie deve dire tutto al marito!” Stringeva a tal punto che una lacrima mi uscì da ...
... un occhio. Si avvicinò ad un orecchio e sussurrò: “Tu mi dirai tutto d’ora in poi, vero?” Feci di sì con la testa.
“Brava, così ti voglio, ubbidiente al tuo padrone.” Si allontanò e tornò con un guinzagno. “A quattro zampe, cagna, che adesso devo punirti.”
Io mi misi a quattro zampe e Mario mi agganciò il collare al guinzaglio. “Vieni qui, troia!” Mi strattonò da un lato e cominciai a gattonare. Mi portava in giro per la stanza, fino a quando non raggiunse il tavolo dal quale prese un oggetto che non vidi. Capii subito che cosa era quando colpì la mia chiappa sinistra: un frustino. “Cammina, troia!” Cominciai a gattonare per la stanza mentre lui da un lato mi tirava col guinzaglio e dovevo fermarmi perché sentivo stringere il collo, dall’altro ogni volta che mi fermavo era una nuova scudisciata sul culo. Alfonso stava comodo sul divano a godersi la scena.
All’ultima violenta scudisciata provai a chiedere “basta per pietà”, ma l’unica cosa che uscì dalla mia bocca chiusa dalla pallina fu un farfugliato “affcacaca”, il che mi fece guadagnare un’ulteriore scudisciata. “Zitta, cagna, le cagne non parlano. Finora ti sei divertita, adesso ci divertiamo noi. Alzati e mettiti qui.”
Mario mi fece mettere in ginocchio sopra un puf, sul quale proprio ieri avevo goduto della bellissima verga di Alfonso, mi tirò le mani dietro la schiena e legò fra loro le polsiere con un moschettone. Prese dalla tasca una benda e mi bendò.
Rimasi ferma in quella posizione per qualche minuto ...