Esperienze particolari di una signora perbene capitolo 1
Data: 28/07/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Bastardo senza gloria
... “Questo è come se urlassi a tutti che sto salendo per scopare”. Marco, prese le chiavi, le aveva messo una mano sul culo e l’aveva spinta avanti verso le scale. Prima di uscire dalla reception le aveva sollevato la gonna mostrando ai laidi e oziosi ospiti dell’albergo le sue terga solo parzialmente coperte da un perizoma di pizzo. Al tentativo di lei di abbassare la gonna aveva risposto afferrandole un braccio e stringendoglielo fino a far male. “Da questo momento comando io!” le aveva detto in un sibilo. Era stata costretta a salire due piani di scale a culo scoperto, tremando al pensiero di incontrare qualcuno. La stanza che avevano preso era lunga e stretta, con una turca come latrina che doveva fungere anche da piano doccia. La cosa che aveva sconvolto isabella era che all’ingresso di questo bagno non vi era porta, ma un telo di plastica separava la latrina dalla stanza. Il letto era sfatto e le lenzuola puzzolenti e chiaramente macchiate di sperma, era evidente che era stato lasciato da poco da una puttana che pensava di ritornarci. Un moto di disgusto l’aveva investita. “Ho cambiato idea.. andiamocene da qui” Un violento schiaffo da farle girare la testa era stata la risposta. “Qui chi decide sono io, ricordalo. Da quando hai passato quella porta non puoi più tornare indietro. Non sei contenta?, chiama aiuto, hai ben visto che gente c’è qui dentro. Chissà se vengono. Ma ammesso che vengano vuoi far sapere a tutti che la rispettabile signora va a scopare con le ...
... puttane?..Avanti, ora facciamo quello per cui siamo venuti.. spogliati!” Quello che Marco le aveva detto non solo aveva fondamento, ma la consapevolezza di aver voluto la situazione in cui si era ficcata l’indussero a spogliarsi mettendo i vestiti su una sedia. “Tutto”, fu l’ordine che le venne dato quando esitò a levarsi la biancheria intima. Quello che non si aspettava era che, appena finito di spogliarsi, Marco prendesse i vestiti e la borsetta e uscisse dalla camera ordinandole di rispondere al telefono. Ora era lì, da dieci minuti, con l’angoscia che le serrava il petto, in attesa di una telefonata. Lo squillo del telefono la spaventò, afferrò la cornetta “Pronto” "Sono io “ disse la voce bassa che conosceva “ora sta attenta a quello che ti dico. Ora sei lì, nuda, nella stanza di una pensione che è il luogo di esercizio di almeno otto puttane e piena di marocchini che se sapessero che sei lì sola non esiterebbero a venire a farti la festa. E' meglio che tu non metta il naso fuori dalla porta. Non sperare di farti aiutare dal portiere, è convinto che sei stata venduta per debiti di gioco a uno dei più feroci magnaccia della zona. L'unico che può tirarti fuori da questa imbarazzante situazione sono io.. ho i vestiti, il telefono, i documenti. Anzi, dai documenti ho visto chi sei..., posso riportarti a casa, ma solo a certe condizioni" "quali" disse Isabella dopo un lungo silenzio "Stanotte, quantomeno, verificherai cosa si prova a prenderlo nel culo. Ma devi essere tu a chiederlo. ...