1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... gente indaffarata a commerciare; negozi e locali di ogni tipo aprivano e chiudevano di continuo, tutti alla ricerca di stranieri a cui appioppare cianfrusaglie e divertimento quando nelle periferie i tedeschi facevano la fame con la solita compostezza e con il solito orgoglio ariani.
    
    Sui marciapiedi del centro la gente si affollava copiosa e il fiume di persone trasbordava spesso per le strade. Con la bicicletta non potevo correre più di tanto per evitare di ritrovarmi all’improvviso qualche pedone che incautamente passava la strada senza guardare. Dovevo stare ben attento anche perché era facile farsi distrarre dal viso di un bel giovane, dall’esile collo di una dolce fanciulla, dai ragazzini che giocavano a rincorrersi, da un vecchio signore vestito all’antica, dai vestiti sgargianti di una donna formosa.
    
    Nel trambusto mi sovvenne chissà perché l’immagine austera del signor padre, nei suoi abiti scuri e tetri, col suo viso duro come la pietra. Mi era proprio sembrato di averlo scorto tra la folla o forse all’interno di un taxi. La sua immagine mi era scorsa sulla retina sfuggente come un lampo. Il cuore improvvisamente mi era andato a mille dalla paura e dovetti fermarmi per appurarmi del fatto. Lo avevo davvero visto o era solo un’immagine sfuggita dai meandri della mia mente, o era solo il viso di un passante che gli somigliava. Diedi uno sguardo panoramico, la folla era tanta, una marea indifferente e indifferenziata, nella quale era impossibile focalizzare gli ...
    ... individui. Ritornai indietro di un centinaio di metri. Non so se vidi veramente il signor padre, ma se era davvero lui doveva essere andato ancora più avanti, pensai. Le gambe mi tremavano, troppo esatta era l’immagine pietrificata sulla retina dei miei occhi, la potevo toccare con mano. Poi mi quietai quando vidi un pastore seguito da una doppia fila di seminaristi, di giovanissimi ragazzi che lo imitavano in silenziosità e compostezza, marmorei nei volti, inespressivi, cupi, come se avessero ucciso gli istinti tipici dell’età, quelli della irrequietezza, dell’allegria e, soprattutto, della spensieratezza. In essi, la scure di una educazione dura, rigida, inflessibile, opprimente si vedeva essersi abbattuta con successo, senza pietà, aveva vinto o sembrava che così fosse. Li vedevo quei ragazzini e piangevo dentro di me per loro. Come non riconoscere in quei volti una tristezza e un terrore senza fine, piccole fontane, una volta sgorganti d’acqua fresca, ora inaridite da una sciocca educazione opprimente come l’afa? Chissà se alla sera, quelle piccole anime si dessero affetto tra loro, andando a dormire uno nel letto dell’altro, infrangendo le regole insopportabili delle scuole religiose volte invece a tranciare sul nascere ogni desiderio dell’altro, ogni alito di calore, ogni bisogno di affetto.
    
    Era stata la vista distratta di quel pastore forse a farmi insorgere l’immagine del signor padre dalle profondità della mente, non che mi fossi scordato di lui, ma desideravo ...
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