1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... s’infilò tra i boschi che circondano Berlino ed io lo seguii come un agnellino. Forse non era sottomissione la mia, tutt’altro. Forse non ero un agnellino, anzi, forse ero un segugio che segue deciso la preda, ne annusa l’odore, ne gusta già il sapore delle carni. Forse non era così, non ero un agnellino e neanche un segugio. Forse entrambi eravamo due stelle, stelle polari l’uno per l’altro, una meta.
    
    Una chimera.
    
    Cosa è l’amore se non affannarsi alla ricerca di una chimera?
    
    Percorremmo i viottoli segnati dai viandanti nel tempo stando attenti ai fossi, ai dirupi, affaticandoci sulle erte salite e buttandoci in picchiata nelle arrembanti discese. Raggiungemmo il lido dopo un’ora durante la quale, però, ci fermammo di tanto in tanto a parlare.
    
    Sua madre Lola era il suo argomento preferito. Egli l’adorava più di ogni altra persona e la elogiava per tutto l’amore che ella gli donava dalla mattina alla sera, dal risveglio quando con baci e carezze lo liberava dal sonno, al riposo notturno quando con gli stessi baci e le stesse carezze lo immergeva sognante nel mondo di Morfeo. E quell’amore egli era pronto a darlo a me. E me ne dava dimostrazione, abbracciandomi stretto e baciandomi tutto il volto e non si stancava mai di confessarmi quanto mi amasse, quanto fossi bello, quanto lui si sentisse inferiore e non sapeva invece quanto io, a mia volta, mi sentissi insignificante al suo cospetto. Tralasciavamo il “Ti amo” per un più semplice “Ti voglio bene” dando alla ...
    ... frase un significato forse più alto benché infantile. Egli mi faceva sentire puro benché da tempo non lo fossi più, era la mia catarsi, il mio ritorno alla purezza che fu, quando vivevo al villaggio e la città non mi aveva ancora contaminato la mente con le sue zozzerie.
    
    Mi disse che solo Lola sapeva della scampagnata, che ci aveva preparato dei gustosi panini e dotato delle borracce d’acqua e di tutto quanto necessario per la gita. Suo padre, invece, era all’oscuro; egli raramente si interessava di lui e di tutte le faccende della famiglia che lasciava alla saggia gestione di Lola, ma, come tutti i padri del tempo, era pronto a far sentire la sua voce, quasi sempre a negare ogni libertà, solo perché ci si ricordasse che il capo, in fondo, era lui.
    
    Posizionammo gli zaini sulla spiaggetta e ci liberammo dei vestiti per rimanere in costume. Il luogo era solitario, ma non ci venne naturale di denudarci del tutto, forse un rinvio a più tardi quando avremmo avuto la certezza che nessuno ci avrebbe disturbato o solo il ritorno di un ritrovato senso di pudicizia.
    
    Ci mettemmo a giocare come bambini con la sabbia, forse eravamo ancora bambini, lui più di me fisicamente, io più di lui con la mente. Scavammo buche nella sabbia cercando furtivamente di toccare la mano dell’altro e di provocarci brividi indefinibili, improvvisi come i temporali estivi, caldi e lenti come le brezze primaverili. Ci immergemmo nell’acqua ancora gelida nonostante la giornata estiva e ci abbracciammo ...
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