1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... allontanarlo dai miei ricordi. Mi convinsi che non era di mio padre quell’immagine, ma di quel pastore, non poteva essere altrimenti. Cosa mai avrebbe dovuto farci il signor padre a Berlino?
    
    L’avermi spiegato il motivo di quella paurosa immagine impressionata nei miei occhi a cui era seguito il terrore che il signor padre fosse a Berlino, magari sulle tracce mie e di mio fratello, mi tranquillizzò, almeno in parte. Non lo avevo messo in conto che il signor padre potesse essersi messo alla nostra ricerca, che lui non avrebbe desistito e non si sarebbe dato per vinto, che avrebbe capito che tra la mia fuga e la scomparsa di Josh c’era una relazione, che era tutto collegato, che Josh non era morto. Forse avrebbe interessato della questione anche la polizia. In fondo, io e Josh eravamo ancora minorenni per la legge tedesca e lui avrebbe avuto la potestà di imporci di ritornare al villaggio se ci avesse trovati.
    
    Perché tanta paura, però. In fondo era stata solamente una sensazione, un’impressione. Ecco, i fantasmi della mente sono i nostri peggiori nemici, quelli è difficile scacciarli, per quelli occorre essere forti ed io forte non lo ero mai stato e forse non lo sarei stato mai. Josh sì che era forte, lui guardava sempre avanti, io sempre indietro.
    
    Jonatha mi scorse da lontano e il suo volto s’illuminò nel vedermi, se ancor di più potesse illuminarsi quel volto raggiante di per se. Con gioia mi venne incontro di corsa cavalcando la sua bici con padronanza. Non mi ...
    ... perse di vista un solo attimo nel breve tragitto che ci separava e a ogni metro che a me lo avvicinava, il suo sorriso si arricchiva di brillantezza. Quando fu a pochi metri da me, frenò di botto facendo stridere la gomma sull’asfalto, gettò quasi la bici a terra tanta era la fretta, l’ansia di abbracciarmi. Dei passanti ci guardarono meravigliati di tanta passione, sorrisero pensando fosse solo affetto. Lui era bellissimo e solare come sempre, più di sempre. Le guance gli si arrossarono per l’eccitazione e ne percepii il calore che da esse travasò intenso dalle sue alle mie guance. Come è bella la giovinezza, come è bella la pelle liscia degli adolescenti, come è bella la luce chiara che dai loro visi diparte quando sono presi dall’eccitazione. Tutto ti fanno scordare: ogni male, ogni dolore, ogni sofferenza. Lo so ancor di più adesso che da quel tempo son passati tanti e tanti anni e ancora non riesco a non posare i miei occhi spenti sui loro corpi vividi per ricreare nel mio corpo spento un sussulto di energia. Spero tanto che in paradiso, se è lì che andrò, ma non son certo, il buon Dio ridoni a tutti quel corpo che solo per breve tempo da casa alla nostra anima.
    
    Jonatha mi disse concitatamente che conosceva un lido dove avremmo potuto campeggiare in solitudine, lontani da occhi indiscreti. Si, volevamo rimanere soli, avevamo bisogno di sentirci soli, ma insieme, fuori dal mondo, ma nel nostro mondo, quello che avremmo creato per noi. Inforcò di nuovo la bici fibrillante e ...
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