1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... travolse nel suo turbinio e ci catturò portandoci con se senza potere far nulla per evitarlo. La corrente era così veloce e forte che mi ritrovai dentro la sua acqua torbida nella quale persi del tutto il senso dell’orientamento. Non capii dove fosse il sotto e dove il sopra se non dopo aver sbattuto la schiena sulle rocce del greto dolorosamente. Emergevo fuori dal pelo dell’acqua e mentre pensavo che fossi salvo riaffondavo giù, in fondo, ingoiando acqua in abbondanza. Riuscii ad emergere la testa fuori dall’acqua mentre questa, incurante della mia volontà, mi portava con se. Trovai la forza per urlare: “Jonatha, Jonatha!” ma non ebbi risposta.
    
    Ebbi paura per la sua vita.
    
    “Se lui è morto –mi dissi – Sarà meglio che muoia anch’io”.
    
    Urlai a squarciagola il suo nome sperando in una risposta, pregai Dio di fare un miracolo, ma neanche la preghiera bastò.
    
    Jonatha doveva essere morto, travolto dall’acqua, annegato, sbattuto tra le rocce. Era sicuramente morto. Mi sentivo in colpa, era stata mia ...
    ... l’idea di rifugiarci sotto il ponte. Non meritavo più di vivere. Mi abbandonai alla corrente perché si compisse il destino. Andai a fondo pesantemente, dalla bocca mi fuoruscirono le ultime bolle di aria dai polmoni che se ne salirono su per ritornare al cielo, dovevo solo ingoiare l’acqua e riempirmi di essa il petto, assetato si ma di aria. Se mi fossi abbandonato fiducioso alla morte, mi dissi, tutto si sarebbe compiuto in pochi attimi. Dovevo solo aprire la bocca e tutto sarebbe finito, un gesto semplice, facile, ma non ci fu verso. Nella lotta tra la vita e la morte, la lotta per la sopravvivenza vince sempre o spesso sul desiderio di morte per quanto vivere a volte è più doloroso.
    
    Riemersi ancora una volta la testa fuori dall’acqua, ancora una volta sconfitto, sempre più cosciente di essere un pusillanime, un vigliacco, un essere inutile.
    
    Piansi e pregai Dio di darmi una possibilità di riscossa.
    
    “Se lo farai vivere, ti giuro Dio che non lo toccherò più, te lo giuro Dio, te lo giuro.”
    
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