L'infermiere
Data: 19/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vecchiomanico
... ancora sottinteso CHECCAZZO TI PRENDE AD IRROMPERE NELLA MIA VITA PRIVATA?
“Volevo sapere come stavi”. Bugiardo: hai voglia di mungermi ancora.
Immediatamente nonostante che l’essere infastidito fori orario mi abbia parecchio irritato, mi si attiva il pisello ed il pensiero che vorri fare un’altra seduta di “analisi”, quindi cambio tono.
“la ringrazio del pensiero, la chiamo in orario di lavoro per prendere l’appuntamento”.
“Va bene, buona serata”
Nonostante l’eccitazione comincio a pensare di essermi imbattuto in una seccatura: la mia privacy è sacra ancor prima che qualche pezzo di merda di politico corrotto si inventasse una legge apposita per evitargli di finire in galera.
Non sento proprio la necessità di attenzioni insistenti da chicchessia, donna, uomo o cane.
Comunque ho promesso, ed eccomi (anche perché il diversivo uomo saltuariamente senza eccessi mi piace) di nuovo in attesa di prelievo. Mi domando se per caso qualche acuto osservatore che lavora qui non cominci a notare la mia troppo frequente presenza in questo posto, comunque è un poliambulatorio perciò le persone che non stanno bene ci vendono spesso.
C’è un discreto numero di persone questa volta, da un lato aumenta l’eccitazione per i possibile imprevisto, dall’altro mi rende nervoso perché potrei aver perso tempo per venire qua per poi non concludere letteralmente un CAZZO.
“Si accomodi sul lettino, vengo subito”
Mi sdraio ma non mi rilasso, troppa gente, troppo rischioso, ...
... questo tizio non lo conosco per niente, sebbene capisco che sia un personaggio molto conosciuto e popolare nell’ambiente.
Come previsto la scena si ripete, dovrei fare un prelievo ma sono insidiato dal dottore sul lettino...
Mi visita con cura, mi maneggia e me lo prende ripetutamente in bocca senza farmi venire (bastardo), intanto che gli tocco e gli strizzo le grosse palle.
E’ venuto il momento di scoprire anche le sue “carte”:
“Mi fai giocare col tuo uccello?”. Faccia interetta, farfuglia qualcosa poi in preda alla frenesia comincia ad armeggiare maldestramente nella patta dei pantaloni.
E’ incredibile come vari radicalmente in pochi anni la modalità dell’abbigliamento negli umani, sorrido considerando questo signore pur attempato, che stante come abbigliato in caso di emergenza pisciatoria finirebbe per farsela addosso non risucendo a liberare l’uccello in meno di quattro minuti, tempo che ci è largamente voluto per allentare la cinghia, sbottonare la patta, togliere la camicia e la maglietta da sotto i mutandoni (!!) ed infine far sporgere il coso dalla apertura dei medesimi come si usava ai tempi di Cavour.
Dopo tutto questo lavorìo cosa sbuca? Niente di particolarmente eccitante: il solito cazzo piccolo, moscio, bruttarello, puzzolente avvolto in una inutile moltitudine di pelo striato. Un vero conflitto generazionale.
Me ne andrei all’istante, ma non sarebbe carino ed io porto sempre rispetto alle persone perciò faccio buon viso a cattivo gioco: io ...