Un amore di dottoressa
Data: 22/08/2019,
Categorie:
Lesbo
Autore: marcosala
... di più. Io allora mi appoggiai ad una mensola all’altezza dei mie occhi per significare la mia capitolazione senza condizioni. Con mia grande sorpresa, Clarissa tolse le dita dai mie capezzoli gonfi e duri, e baciandomi sul collo mi disse: “Dai, vestiti e andiamo ho proprio fame.” Con le guance arrossate ancora dall’eccitazione, velocemente indossai il vestito che avevo lasciato su una sedia davanti a me e mi girai verso Clarissa. Imperturbabile mi stava guardando, sembrava soddisfatta di quello che aveva visto. Indirizzandomi un sorriso mi disse: “Dai, mia bella paziente, dobbiamo andare, e tu ricordati che devi prendere il Valaciclovir.” “lo so, ma io sono fatta così, mi eccito subito.” Il ristorante caldo ed accogliente, era gestito da una simpatica “arzdora” romagnola, salutò Clarissa e ci accompagnò ad un tavolo isolato, non che la sala fosse affollata, solo qualche coppia sparsa trai tavoli. Appena seduti Clarissa mi disse: “Tu vuoi un aperitivo o prendiamo subito una bottiglia di vino per accompagnare il pasto?” “Non lo so, con il vino vado subito su di giri.” Clarissa ordino una bottiglia di rosso mosso, mi piacque molto, forse troppo. Mi ricordo di aver mangiato delle tagliatelle ma non mi ricordo il loro sapore, e nemmeno quello del dessert. Mi ricordo soltanto di aver avuto dei terribili crampi allo stomaco e di essermi alzata dal tavolo e duscii. Pensavo che un po’ di aria fresca mi avesse ridato lucidità, ma fu peggio, mi chinai e vomitai sul bordo della ...
... strada, ed anche sulle mie scarpe, la cena, il mio Valaciclovir e tutto quello che conteneva il mio stomaco e altro ancora. Clarissa mi sostenne, si scusò con me per avermi fatta bere più del necessario, soprattutto in concomitanza con l’assunzione del farmaco. Eppure avevo bevuto solo due bicchieri di vino, ma ora eccomi qui, dispiaciuta di aver offerto questo triste spettacolo a Clarissa. Lei mi aiutò a pulirmi il viso e le lacrime, mi sostenne nei miei passi incerti poi mi disse: “Non ti lascio da sola in queste condizioni, tu vieni a casa mia! Prima passiamo dal mio studio.” “Mi vergogno Clarissa. So che non tengo l’alcool, ma così non mi era mai successo.” “Shhh.. Questo non è l’alcool, Non è solo l’alcool, tu stasera hai avuto una brutta reazione tra alcool, farmaco, colpo di freddo e chissà cosa ancora. Sei mai andata in moto?” “No, mai.” “Non fa niente, davanti al mio studio ho parcheggiata la mia Harley, ho un casco che dovrebbe andarti bene e dei pantaloni antiacqua se vuoi indossarli.” Clarissa mi strinse tra le sue braccia e tornammo verso il suo studio, il tempo per lei di cambiarsi, di infilare i guanti, gli stivali, ed equipaggiarci entrambe casco, ed eccoci pronte. La sua moto era una Harley-Davidson 1200 Custom tutta nera opaco. Io mi sedetti dietro a Clarissa, un po’ titubante abbracciandola stretta in vita, tanto che lei emise un “oohh” di sorpresa e piacere. Viaggiammo per circa 10 minuti a buona andatura. Clarissa dimostrava una ottima padronanza del mezzo, ed ...