1. I migliori an(n)i della nostra vita_2


    Data: 26/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    ... su un piede?”
    
    ”Sì – ero mortificato. Temevo una reazione violenta da parte sua (uno schiaffo o qualcosa del genere). I miei occhi smisero di fissarlo intensamente per abbassarsi sul pasticcio appena combinato - Mi spiace” ebbi solo il coraggio di aggiungere.
    
    ”Sai che dovrei fartelo pulire!” pensai stesse scherzando, ma invece mi parve estremamente serio. Così mi prostrai e lasciai correre la mia lingua sul suo pied, spazzando ogni singola goccia del mio sperma, anche tra le dita.
    
    ”Oh, Davide! Io... Io non volevo che tu lo facessi. Davvero! Ma devo dire che è stato veramente sexy!” sussurrò mentre mi sollevava per iniziare a ripulirmi la faccia allo stesso modo.
    
    Anche questo era veramente fico!!
    
    Terminato il lavoro, cominciò a baciarmi. La sua lingua cercava la mia per aggrovigliarsi o giocherellare con la punta, affondava nella mia gola trapanandola, mentre la sua barba ispida solleticava le mie guance. I nostri corpi completamente nudi, si strinsero in un abbraccio serrato. Non avrei più voluto staccarmi da lui. Avrei voluto fermare il tempo per vivere quell’attimo all’infinito. Ma non era possibile.
    
    Avrei dovuto semplicemente accontentarmi di serbare il ricordo di quello che fu ufficialmente il mio battesimo… Del cazzo!
    
    Da quel momento, iniziammo a vederci con una frequenza di 2, 3 qualche volta addirittura 4 volte la settimana. Dopo gli allenamenti, ci chiudevamo nel suo ufficio con una scusa qualunque e lì ...
    ... proseguimmo la mia ‘formazione’.
    
    Con tutta quella pratica, migliorai di molto l’arte del pompino. Imparai poi a ricevere la sborrata in bocca e a fare lo stesso, quand’ero il destinatario dei suoi lavoretti. Io ingoiavo sempre, a meno che lui non volesse sborrarmi sulla faccia o sul cazzo o da qualche altra parte.
    
    Venni introdotto anche alla nobile arte del 69. Ci sdraiavamo sul pavimento o sul sofà di cuoio nel suo ufficio, il mio uccello nella sua bocca ed il suo nella mia e ci succhiavamo finché non venivamo nella bocca dell'altro, sempre ingoiando lo sperma reciproco.
    
    Le volte in cui Bertelli era di fretta, ci limitavamo a masturbarci l’un l’altro: era terribilmente eccitante iniziare la performance accarezzandogli quel torace villoso o tormentandogli i capezzoli grossi come ciliegie, ed il piscio di seme caldo che ci versavamo sopra quale degna conclusione dell’incontro, veniva prontamente pulito dalla mia lingua avida. Che, ingorda, si dilettava a lucidare anche la sua cappella.
    
    Devo dire che tutto ciò giovò non poco alla mia vita: a cominciare dal rendimento scolastico.
    
    E anche negli spogliatoi, potei finalmente cominciare a vantarmi anch’io di avere qualcuno che spalancava le gambe per me o a cui concedere i miei servizi. E ghignavo nel figurarmi la faccia che i miei compagni di squadra avrebbero messo su, se solo avessero saputo di chi si trattava!
    
    Ma nonostante ciò, la mia formazione non era ancora completa!. 
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