Un mio alunno mi ha venduta
Data: 28/08/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica
... voltando lo sguardo verso il mio corpo. Il bozzo dentro i pantaloni era più che ben evidente. Gli stava scoppiando. Potendolo fare mi avrebbe violentata lì. I 10 Km che separavano la città di nostra residenza dal luogo dove lui mi diceva stavano i due suoi amici, sono diventati molti, ma molti di più perché per costringerlo a stare con me vicina in macchina, stavo facendo strade e stradine improbabili, anche addentrandomi nelle campagne, tanto che ad un certo punto anch’io avevo difficoltà a orientarmi e la macchina vecchia Citroen AX senza navigatore, che tra l’altro io odio, non mi agevolava di certo, ci siamo effettivamente smarriti. Percorrendo una strada che chiamare asfaltata è elevarla di molto, ci siamo trovati di fronte una casupola e guardando a destra un uomo intento a lavorare un terreno. Abbassando il finestrino, con un: - mi scusi ……, l’ho distolto dal suo impegno e si è avvicinato nel mentre che io mi coprivo le gambe con lo spolverino che avevo indosso. Chiedendo spiegazioni sul tragitto, non mi sono resa conto che comunque un lembo dell’indumento era scivolato e che la mia coscia era visibile fino a metà. Questo particolare non è sfuggito all’uomo che, interrompendo il suo parlare ha fissato il mio alunno e poi me dicendo: noo, non è possibile, non siete mamma e figlio …. Secondo me non siete nemmeno parenti. Poi una domanda a bruciapelo al ragazzino; - dì un po’ …. Quante altre volte te la sei portata qui a questa per fartela?- poi, a me: - oppure, bella, ...
... guidi tu le danze? Secondo me lui è minorenne! Diceva questo con i gomiti appoggiati al tettuccio dell’auto e con gli occhi puntati sulla mia gamba che intanto avevo cercato di ricoprire. Io: - Ma che dice? Ma come si permette? M a ci lasci andare via che è meglio per tutti, per favore! Lui: - Eh no! Con uno scatto ha sporto dentro la macchina il braccio e la testa per afferrare la chiave e toglierla per non farci muovere da lì. Ha aggiunto. Siete entrati a casa mia. Vediamo che ne pensano i carabinieri; e con il telefonino si apprestava a comporre il numero. Ora no, non mi ci volevano altre complicazioni. Semmai più in là avrei denunciato io il tutto ma non ora. Sono scesa dall’auto ed è stato un attimo: mi ha bloccata spalle all’auto, un suo braccio spingeva sulla mia gola. L’altra mano fulminea infilata fra le mie cosce e in questo non ha avuto assolutamente difficoltà visto il mio vestiario e le mie attenzioni a cercare di spingere via quel braccio dal mio collo per cercare di respirare. Cercavo di sfregare le cosce l’una sull’altra per mandar via quella mano, ma ottenevo il contrario: farla sistemare meglio tanto da sentire i polpastrelli già a contatto con le mie natiche e, attraverso le mutandine, la mano di taglio spingere verso l’alto premendo sulle labbra della figa. Il braccio sul collo ha allentato la presa ma solo per infilare la mano nella scollatura e afferrarmi una tetta. - Mmmmmhhhhsssiiiiiiii sei bonaaaaa! Ha cercato di farmi inginocchiare senza riuscirci, ...