Il girasole con le spine - la trappola
Data: 29/08/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: DemoneDelSilenzio
... quell'inaspettata parvenza di rimorso, in 7 mesi che aveva passato al suo fianco mai una volta l'aveva sentito dubitare delle sue azioni o delle conseguenze che avevano causato. Una volta aveva dato fuoco ad un casolare per uccidere un paio di Senza-morte; ma il fuoco si era propagato al paese vicino e aveva raso al suolo una dozzina di costruzioni, distruggendo buona parte del bosco e portandosi con sé un numero indefinito di opere architettoniche. Aveva commentato sarcastico che tanto nessun turista avrebbe prenotato nei prossimi mesi e se n'era andato ridacchiando fra sé e sé. "Beh non è successo, è stato grazie a te che...". "Ho messo in pericolo la vita di tutti per cosa? Due scatole di fagioli e una tanica di benzina?" "Non dipendeva da te Padrone..." disse lei in tono incoraggiante. "Sono stufo di questa vita di merda. Ce ne stiamo qui rintanati come topi terrorizzati, là fuori è pieno di quello schifo di cadaveri ambulanti che non aspettano altro che sbranarci ancora vivi. Guarda cosa è rimasto dell'umanità. Io, te e qualche altro stronzo rintanato in una merda di buco come questo!". Il suo tono si era incupito ancora di più: ora si teneva la fronte con una mano e aveva gli occhi chiusi. Fuori dalla finestra passò un corvo gracchiando. Nel silenzio della stanza il suo richiamo suonò come delle risa di scherno. Dana lo osservò in silenzio, poi gli appoggiò delicatamente la mano su una spalla per consolarlo. "Padrone io...", ma non fece in tempo a finire la frase. La ...
... sua ira esplose di botto, come un fuoco d'artificio. "Smettila di chiamarmi così!". Si era girato e le stava urlando in faccia, gli occhi iniettati di sangue. Lei si ritrasse bruscamente e anche Dakan, che fino ad allora era rimasto accucciato sotto al tavolo, fece un balzo dallo spavento. "Io non sono il tuo cazzo di padrone. Smettila! Devi smetterla!". Così dicendo la colpì in faccia con uno schiaffo così violento da scaraventarla di pancia sul letto. "Perché non ti dai una mossa?" *SLAP* la colpì nuovamente in faccia. "Perché non te ne vai invece di star qui a fare il cane?" *SLAP* la colpì nuovamente, questa volta sulla pancia. "Perché non mi lasci solo?". Il tono della sua voce si era alzato. Ora Dana vedeva gli occhi mandare lampi di follia, la faccia ridotta ad una maschera distorta come se fosse stata avvicinata troppo ad una stufa rovente. Lui afferrò una sedia e la sbriciolò contro al muro. Afferrò poi il tavolo e lo sfasciò con una ginocchiata. Dakan si rannicchiò spaventato fra le braccia di Dana, che aveva preso a singhiozzare violentemente, la faccia nascosta nel suo pelo bruno. Entrambi vennero sbalzati sul pavimento mentre lui in preda alla sua furia barbarica, sollevava il letto e lo scagliava contro al muro. "Siamo finiti, FINITI! Siamo morti che camminano! Tu non sei niente, IO NON SONO NIENTE! Perché cazzo non te ne vai??". La voce distorta dall'affanno, la faccia paonazza dall'ira. "Voglio farla finita, non m'importa più niente di nessuno!" "E di me e Dakan ...