Galeotta fu la cantina
Data: 27/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: ale-luca74
... accendere lo schermo del cellulare che, quantomeno mi aiuta a vedere dove sono i muri. Mi infilo nel sottoscala quando sento che Leo sta venendo proprio verso di me.
E adesso? Mado’, ora che faccio?
Boh, vediamo che capita.
Nulla. Una palla di carta appallottolata e calda mi viene lanciata addosso dopo di che, immediatamente Leo se ne va di corsa risalendo le scale di casa.
Faccio luce con la torcia e mi accorgo che di quelle palle di carta ce n’erano altre a terra. La srotolo e mi accorgo che si tratta di alcune pagine di giornale che contengono a loro volta una pagina di giornale sulla quale Leo si è segato ed ha sborrato.
Devo attendere parecchi giorni per poter rivedere Leo in cantina, esattamente una settimana, giusto il tempo che riprenda l’orario mattutino e che rientri a casa dal lavoro, puntuale alle 14:20.
Lunedì pomeriggio la tentazione di mettermi nudo dietro alla finestra è incontenibile ma decido di trattenermi da quel losco istinto. Piuttosto non vedo l’ora che Leo scenda in cantina.
Durante la settimana passata avevo avuto modo di ordinare una di quelle micro telecamerine che si attivano col movimento. Avevo già avuto modo di posizionarla sopra la porta in una posizione che riuscisse ad inquadrare qualsiasi punto della cantina. Alle 14:30 ero già nel sottoscala che attendevo con ansia e col pisello in mano che Leo scendesse a masturbarsi.
L’attesa fu breve. Leo arrivò puntuale, si chiuse in cantina come al solito e dopo qualche minuto ...
... uscì dalla cantina con la sua consueta palla di giornali.
Mi stavo masturbando freneticamente pensando che a breve avrei finalmente visto, anche se non del tutto dal vivo, Leo a sua volta intento a masturbarsi quando lui arrivò nel sottoscala ma, stavolta anziché lanciare la palla, decise di accompagnarla a mano.
Teneva in una mano la palla di carta di giornali, nell’altra il cellulare con la torcia accesa e, come alzò il fascio di luce, inquadrò il mio pisello in tiro con la mia mano che andava su e giù rapidamente.
Si spaventò. Non si aspettava ci fossi io lì. Fece un piccolo balzo indietro, alzò ulteriormente il fascio di luce ed una volta inquadratomi in viso disse: “e tu che cazzo ci fai qua?”
La mia risposta fu prontissima.
“Faccio quello che credo stessi facendo anche te in cantina”. “Come vedi mi sto facendo una sega. Credevo che almeno nel buio del sottoscala avrei potuto farlo senza esser visto da nessuno, qua c’è sempre qualcuno che ti guarda in casa”, ovviamente alludendo al fatto che anche lui era uno di quelli che lo faceva.
Leo non riuscì a trovare il modo per potersi discolpare e rimase ancora un attimo in silenzio, tanto quanto basta perché io potessi aggiungere: “peccato che te la sei già fatta la sega perché sennò avrei potuto fartela io” e lui: “e te che ne sai cosa stavo facendo io in cantina?”
Lo so Leo, hai ancora in mano il giornale arrotolato in cui hai appena sborrato. Io vengo qua nel sottoscala a farmi le seghe annusando la tua ...