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Galeotta fu la cantina
Data: 27/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: ale-luca74
... e la poggiai sul suo pisello ancora ben in tiro dentro ad un jeans richiuso alla bene meglio con tutti i bottoni ancora sbottonati. Avvicinandomi ulteriormente a lui lo feci arretrare ed entrare nuovamente in cantina. Poggiai un piede sulla porta richiudendola dietro di me sbottonando l’unico bottone che aveva chiuso. Abbassai il jeans accompagnandolo fino alle caviglie lasciandogli indosso il boxer. Nel risalire verso l’alto poggiai prima il naso sul suo pisellone annusandolo con trasporto, poi la bocca ed infine i denti. Mentre lo mordicchiavo attraverso il boxer vedevo il cazzo pulsare e sentivo Leo ansimare. Mentre tentavo di abbassare il boxer per poter vedere dal vivo quanto avevo già più volte visto sul PC, Leo si precipitò a chiudere a chiave la porta della cantina dopo di che rimase immobile ad attendere gli sviluppi. Doveva esser vergine perché in realtà era molto impacciato. Non sapeva che fare, stava fermo immobile, rigido come un baccalà eppur apprezzava, eccome se apprezzava. Ancor prima che potessi iniziare a succhiarlo o segarlo, appena scoperto completamente il cazzone, un piccolo schizzo spontaneo mi finì dritto in un occhio. Ops! Si scusò ma aveva ben poco di cui doversi scusare. Gli dissi: “è meglio che ti concentri e che cerchi di non sborrare subito, così vedrai che godrai di più”. “Ok ci provo”. Rispose. Ma appena poggiate le labbra sull’asta, ancor prima che potessi iniziare ad andare su e giù, altri ...
... due o tre schizzi di calda sborra mi si infilarono giù per la gola a tradimento rischiando di soffocarmi. Decisi così di farlo venire subito in modo da potermi godere poi un più lungo pompino. Mi sbottonai il bermuda, lo abbassai insieme con lo slip e proprio di fronte a lui iniziai a masturbarmi chiedendogli di masturbarsi guardandomi. Prese a segarsi ad un ritmo frenetico tanto da sembrare rischiasse di scorticarselo. Tolsi la sua mano, poggiai quindi il mio cazzo in tiro su di quel sedere che da solo valeva almeno 4 o 5 cazzi e premendolo in mezzo alla spaccatura tra le chiappe iniziai a segarlo da dietro chiedendogli di avvisarmi prima di venire ma in realtà non ci volle molto tempo. Giusto un paio di stantuffate su e giù e gia mi avvisava che c’era, che era pronto. Prontamente poggiai la bocca sulla sua cappella così da bere il suo caldo nettare che fluì immediatamente caldo e liquido. Senza smettere, continuai ad andare su e giù con la bocca regalandogli quello che poi scoprì esser stato il suo primo pompino. Ci volle ben poco perché una seconda sborrata mi fluisse in bocca al che mi alzai repentinamente e con ancora il suo caldo latte in bocca mi segai davanti a lui regalandogli una sborrata ancor più degna della sua. Ti lascio col dubbio di sapere che cosa accadde in seguito. Semmai se ne avrai voglia, potrai domandarmelo privatamente. Per ora dirò soltanto che tra Leo ed Andrea non furono però tutte rose e fiori. Ahimè! .