Tagliati fuori
Data: 29/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner
... eppure qualcosa nel suo sguardo mi diceva che non era pienamente convinto di qualcosa.
«Forza, sputa il rospo.» Gli chiesi spazientito, visto che sembrava restio a farmi partecipe dei suoi pensieri.
«Perché sta facendo tutto questo per me, comandante Gasco. Sono solo un bastardo finito per caso sulla sua nave.»
La sincerità disarmante riflessa nei suoi occhi mi spinse a dire la verità a quel ragazzino che conoscevo da meno di un’ora. «Non l’ho ancora capito nemmeno io.» Gli dissi pensieroso, infine lo lasciai solo nel suo nuovo alloggio.
Sotto il getto bollente della doccia, mi ritrovai per l’ennesima volta a pensare a Daniele, il ragazzo della stiva. Fin da quando lo avevo lasciato non facevo altro. Eravamo a poche centinaia di metri di distanza eppure sentivo già come se mancasse qualcosa dentro di me. Come poteva un ragazzo sconosciuto, un senza nome, farmi quell’effetto? Me l’ero chiesto spesso nelle ultime ore e l’unica risposta a cui ero giunto era che lo volevo per me. Lui doveva essere mio. Nel profondo di me stesso lo avevo sempre saputo, fin dal primo sguardo davanti all’ascensore, forse per questo non avevo fermati subito il groppo, volevo sapere fino a che punto si sarebbe spinto. Ma allo stesso avrei voluto essere io a spingerti fin la. Per questo avevo punito così duramente il tenente Nardi. Avevo percepito nel suo sguardo la mia stessa fame, e il mio stesso desiderio di possesso.
Mi asciugai rapidamente e indossai il primo abito civile che mi ...
... passò per le mani. Avevo dodici ore prima dell’inizio del turno, e avevo intenzione di sfruttarne ogni minuto.
Oltrepassai il lungo corridoio del ponte quasi di corsa, scansando una guardia di malo modo che iniziò a protestare per poi zittirsi quando si accorse di chi lo aveva urtato. Ignorai il suo saluto e mi fermai solo davanti all’ingresso dell’alloggio 7-32, il penultimo sul lato destro. Mi imposi di calmarmi, poi bussai ed entrai senza preoccuparmi di attendere risposta.
Daniele era appena uscito dalla doccia e aveva solo un asciugamano legato precariamente intorno ai fianchi snelli. Aveva i capelli ancora bagnati e mi osservò fare irruzione nella sua stanza con uno sguardo sorpreso e confuso. Per un momento mi bloccai, a meno di un metro da lui, chiedendomi se era davvero quello che desideravo. Si, avevo il potere di prenderlo con la forza, e fare di lui ciò che volevo, eppure rimasi lì fermo, come ad aspettare il suo permesso.
Lui non disse nulla, fissò il suo sguardo sul mio per qualche secondo, poi mi rivolse un mezzo sorriso e lasciò scivolare via l’asciugamano. Era la cosa più bella che avessi mai visto.
Mi avvicinai, con circospezione, come un leone che girà intorno alla sua preda già pregustando il pasto che lo attende. E lui era davvero li, impotente tra le mie mani, eppure capace di sconvolgere i miei pensieri e la mia intera esistenza come nessun altro prima. E questo mi fece infuriare ed eccitare allo stesso tempo. Avrebbe pagato caro l’effetto che ...